Modi di dire biblici. «Dopo di me il diluvio»

Il diluvio (1840). Di Francis Danby – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13420373

«Dopo di me il diluvio»: è un modo di dire biblico… oppure no, visto che è stato coniato molti secoli dopo, nel 1757, da Madame de Pompadour («Après nous, le déluge») che voleva confortare il suo amante Luigi XV dopo una sconfitta disastrosa; oppure dallo stesso re di Francia Luigi XV («Après moi, le déluge») che voleva respingere l’invito insistente di lei ad occuparsi degli affari dello Stato. Il senso di questo detto è la manifestazione dell’intenzione di occuparsi del presente, senza preoccuparsi dei possibili disastri futuri conseguenti alle proprie azioni – o alle proprie omissioni.

Marx ne «Il Capitale» applicherà il detto allo Stato capitalista, che non si cura della salute né della vita dei lavoratori, mentre Dostoevskij stigmatizzerà con esso il padre dei fratelli Karamàzov disinteressato della sorte dei propri figli. La medesima frase ha ispirato la canzone «Il diluvio» di Lucio Battisti (QUI).

il significato dell’espressione, in sostanza, è negativo, perché rappresenta un’esortazione a vivere a cuor leggero nel presente, senza preoccuparsi delle possibili conseguenze di quanto nel presente sta avvenendo. È quindi un invito alla (o una constatazione di ) noncuranza nei confronti delle cose importanti, perché se verrà il diluvio non saremo più lì a subirne le conseguenze: ci pensino gli altri…

Antidiluviano

Aggiungo ai modi di dire biblici un aggettivo che è divenuto, per ovvi motivi, sinonimo di antiquato, sorpassato: antidiluviano, cioè così antico da essere precedente al diluvio universale di cui parla la Bibbia. In tal modo si parla di patriarchi antidiluviani, di animali antidiluviani (i dinosauri), di usanze antidiluviane (vetuste). L’espressione, scherzosa, si applica ai vecchiumi: ad esempio, un’automobile antidiluviana (ridicolmente antiquata), un vestito antidiluviano…

Una curiosità: la parola, benché sia chiaramente di origine latina (ante = davanti, prima di: diluvium = diluvio), è entrata nell’italiano attraverso l’inglese. Infatti si tratta di un neologismo coniato nel 1646 dal medico e scienziato Sir Thomas Browne e diffusosi in ambito scientifico; da qui, in forma scherzosa, è entrato nel parlare comune.