Con Maria verso la Pasqua

Donna della croce. Andrea della Robbia, Crocifissione, 1481. La Verna, cappella delle Stigmate
Andrea della Robbia, Crocifissione, 1481. La Verna, cappella delle Stigmate

Maria donna della Croce. La maternità di Maria è luminosa, ma anche dolorosa. Generosa socia del Redentore, il suo cammino è stato anche quello della Passione: spiritualmente, se non fisicamente.

Tempo di guerra. Quarantasettesimo giorno

Ucraina. Foto di ANDRI TEGAR MAHARDIKA da Pixabay 
Foto di ANDRI TEGAR MAHARDIKA da Pixabay 

Intelligence britannica: le forze russe continuano a bombardare le regioni di Donetsk e Lugansk, ma le forze ucraine hanno respinto diversi assalti, distruggendo carri armati, veicoli e artiglierie russi. L’utilizzo di munizioni al fosforo da parte delle forze russe nell’area di Donetsk «solleva la possibilità di un loro futuro impiego a Mariupol mentre i combattimenti per la città si intensificano».

Capo dell’amministrazione militare della regione di Kiev, Oleksandr Pavliuk: sono circa 11mila le mine neutralizzate nella regione di Kiev liberata dalle truppe russe. Le forze russe hanno lasciato molte «sorprese»’, comprese mine tese come trappole.

Servizio statale di emergenza ucraino: quasi la metà della superficie dell’Ucraina è coperta di mine. «Secondo le nostre stime preliminari, si tratta di circa 300mila chilometri quadrati, quasi la metà del territorio del nostro Paese». 

Arcivescovo di Kiev

«In questi giorni in Ucraina sono stati scoperti terribili crimini commessi dagli occupanti. E proprio domenica vorrei ricordare una circostanza che ha sconvolto tutti i credenti. Nella regione di Chernihiv, e precisamente nel villaggio Lukashivka, nella chiesa ortodossa dell’Ascensione del Signore – monumento di architettura – gli occupanti hanno dislocato la loro sede, profanando la chiesa ortodossa. Vi hanno interrogato e torturato le persone… Oggi vicino a questo edificio sacro troviamo decine di corpi di ucraini innocenti assassinati. Quelli che si proclamano cristiani ortodossi hanno profanato il tempio; e il tempio dove deve essere onorato il nome di Dio, è stato trasformato in un luogo di tortura, umiliazione e omicidio».

Da parte sua, il patriarca russo Kirill proclama: «In questo periodo difficile per la nostra patria, possa il Signore aiutare ognuno di noi a unirci, anche attorno al potere». Nei suoi sermoni ha ripetutamente sostenuto l’operazione militare voluta da Putin.

Comunità internazionale

Il ministero degli Esteri croato ha annunciato l’espulsione di 24 diplomatici russi per protesta contro la «brutale aggressione» all’Ucraina e «i numerosi crimini compiuti» durante l’offensiva.

Banca Mondiale: l’economia dell’Ucraina si contrarrà quest’anno del 45,1%. il Pil russo avrà un crollo dell’11,2%.

Continuano in Russia le rimostranze contro Chanel, la maison francese che non vende più i suoi prodotti in Russia. «Se possedere una Chanel significa svendere la mia madrepatria, non ho bisogno di Chanel». E fanno a pezzi le borse di lusso.

Profughi

Onu: sono 4.547.735 i rifugiati fuggiti dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio. Le persone che hanno dovuto lasciare la casa ma sono rimaste nel Paese sono 7,1 milioni. Viminale: sono 89.920 i profughi ucraini arrivati finora in Italia: 46.491 donne, 9.984 uomini e 33.445 minori.

Papa Francesco

Cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio in un’intervista alla Repubblica: «Vado a Kiev per celebrare la Settimana Santa e per portare alla popolazione sofferente l’abbraccio del Papa. Di fronte a tanto orrore va promossa la logica del Vangelo, che stride con la guerra: il cristiano non può mai metterla da parte. Io porto la vicinanza, la solidarietà e la parola del Papa: vado a Kiev per consegnare un dono del Pontefice destinato ad aiutare feriti e sofferenti. È un gesto di condivisione pratica e, allo stesso tempo, di profonda sensibilità, perché quanti saranno soccorsi da questa ambulanza saranno simbolicamente accolti dalle braccia del Papa». Il cardinale sta andando a Kiev, dove consegnerà un’ambulanza donata dalla Santa Sede, la seconda in poche settimane. 

Nella Via Crucis presieduta dal Papa al Colosseo, il prossimo Venerdì Santo alle 21.15, alla 13/a stazione porterà la croce una famiglia russa insieme ad una famiglia ucraina. Alla 14/a stazione vi sarà invece una famiglia di migranti.

Maria Donna della croce

L'ombra della Passione sull'icona della Natività

Un’ombra sulla scena della Natività

Maria fa il suo ingresso nella storia all’improvviso, in un giorno qualunque di un qualunque anno, in un paese totalmente marginale, Nazareth, così marginale che nell’Antico Testamento non è mai menzionato. È l’immagine per antonomasia della piccolezza; non ha niente di rilevante. Di Maria non si nominano neppure i genitori, la stirpe, il padre, segno di insignificanza.

La ragazza di Nazareth viene posta di fronte ad un mistero che la sconcerta, ma lo accetta con fede. Il vangelo dell’Infanzia nella narrazione di Luca è luminoso, la gloria del Signore circonfonde ci luce i pastori, risuona il canto degli angeli, i personaggi esultano di gioia.

C’è però un’ombra su Maria: il racconto di Luca la mostra protagonista della Natività del Signore non ostante la difficoltà della situazione (non c’era posto per loro fra gli uomini), ma il gesto di avvolgere in fasce il Bambino e di deporlo (Lc 2,7) evoca già i gesti che saranno compiuti sul corpo del Crocifisso per la sepoltura. Le icone antiche mostrano infatti il Bambino fasciato come una mummia e adagiato in una mangiatoia che è un sepolcro, stagliato sul nero della grotta che evoca le tenebre della morte. Gli sono compagni non gli uomini, che lo hanno già rifiutato e lo rifiuteranno ancora, ma l’asino e il bue (anche se il particolare non è presente nei vangeli), fedeli compagni della famiglia palestinese dell’epoca, che non negano il loro amore a chi li nutre:

«Il bue conosce [= ama] il proprietario
e l’asino la greppia del padrone,
ma Israele non conosce
e il mio popolo non comprende» (Isaia 1,3).

Donna dell’angoscia

Che la maternità di Maria debba diventare dolorosa è poi evidente nel racconto della Presentazione di Gesù al Tempio per il rito del riscatto del Primogenito, quaranta giorni dopo la nascita. La parola non inganni: Primogenito, protόtokos in greco, bekhor in ebraico, nella cultura ebraica è il bambino che nascendo rende madre la donna, sia o non sia seguito da fratelli minori. In questo racconto si evidenzia anche la povertà della famiglia, perché il sacrificio che Giuseppe e la sposa offrono è quello dei poveri. Il momento è gioioso, e lo è anche l’incontro con il vecchio Simeone che può posare lo sguardo sul Cristo tanto atteso; ma profeticamente egli vede le difficoltà che porterà con sé e la spada che trapasserà l’anima della Madre.

Benché il Vangelo dell’Infanzia di Luca sia luminoso, vi sono già presenti le ombre della Passione. Della quale si può dire che sia premonitore l’episodio dello smarrimento di Gesù dodicenne nel Tempio: il distacco dal padre e dalla madre, l’assenza del bambino, la ricerca affannosa, il ritrovamento dopo tre giorni di angoscia (il terzo giorno è il giorno della resurrezione), assorto nelle cose del Padre suo…

In tutto questo, una costante: Maria non solo conserva nel cuore tutte queste cose, ma le medita (2,19). Il verbo symballo significa mettere insieme, riflettere su tanti elementi che frammentati non avrebbero senso, ma che lo acquistano se vengono unificati sotto lo sguardo di Dio. È il contrario di diaballo (da cui la parola diavolo) ovvero dividere, l’azione diabolica per eccellenza. Di questa azione diabolica non solo le persone, ma anche la Chiesa fa talvolta esperienza amara.

Donna della sequela

Nel vangelo di Luca, l’evangelista della Madonna, la Madre non viene più menzionata, se non poi nell’episodio in cui ella lo cerca insieme ai suoi fratelli per vederlo (8,19-21), ricevendo questa risposta: «Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la praticano». Analogo episodio in Marco e Matteo. Il senso di queste parole non è il rinnegamento dei legami familiari, ma una ridefinizione di questi rapporti: non è più il sangue che stabilisce la fraternità tra i discepoli, ma il rapporto con la Parola di Dio. Potremmo però pensare ad una vita pubblica di Gesù seguita da lontano da Maria con la preghiera e con l’ascolto. Generosa socia del Redentore, la chiama la Lumen Gentium al n. 61: con l’obbedienza, la preghiera, l’adente carità, in una fede che continuamente deve crescere.

Maria, nel vangelo di Luca, è assente anche nella Passione, e questo è abbastanza sorprendente perché Luca, sempre attento al femminile, è unico nel rilevare l’incontro di Gesù con le pie donne di Gerusalemme. Ma Maria ha già fatto la sua parte nell’infanzia, ha già provato la spada che le lacera l’anima, e ha vissuto la Passione in cuor suo. Non importa che vada dietro al Figlio fisicamente per essere con Lui in ogni momento del suo cammino.

A questo punto però bisogna cedere la parola a Giovanni, che sobriamente evidenzia la presenza della Madre (di cui non fa mai il nome) all’inizio (nozze di Cana) e alla fine della vita pubblica di Gesù.

Donna della croce

Tutti gli evangelisti menzionano una presenza femminile all’atto della crocifissione e morte di Gesù. Maria Maddalena è l’unica nominata da tutti, poi dovrebbe essere certa la presenza di un’altra Maria, madre di Giacomo e Giuseppe, forse moglie di Clopa o Cleofa; della madre dei figli di Zebedeo, che forse è Salome, e di una Giovanna. Solo Giovanni ricorda la presenza della Madre di Gesù.

«Presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre Maria di Clopa e Maria Maddalena. Gesù dunque, vedendo la madre e il discepolo che amava che stava là, dice alla madre: Donna, ecco tuo figlio. Poi dice al discepolo: ecco tua madre. E da quell’ora il discepolo la prese ein tà ídia [con sé, o nella sua casa, o tra le sue cose più care]» (19,25-26).

Sicuramente la Madre, al di là della persona storica di Maria, è, come a Cana, la Chiesa – Sposa che qui nasce dal cuore trafitto del Cristo, dal sangue ed acqua che ne sgorgano simboleggiando i sacramenti primordiali, battesimo ed eucaristia; e il Discepolo Amato resta nell’anonimato perché, al di là dell’identificazione con Giovanni apostolo, deve potersi identificare con ciascuno di noi se vogliamo essere discepoli che seguono il Maestro fino ai piedi della croce.

Quindi Maria, anche nel momento della croce, è la Chiesa – Madre – Sposa che genera il Cristo nel cuore degli uomini e si unisce a lui misticamente come suo Corpo.

Donna della Chiesa

Andrea della Robbia e Luca della Robbia il giovane, Ascensione,1480 circa
Andrea e Luca della Robbia il giovane, Ascensione, 1480 circa, La Verna, basilica

I vangeli non parlano di un incontro di Maria con il Figlio Risorto. Se non ne parlano, che vi sia stato o non vi sia stato, non è rilevante per la fede. Quello che è rilevante è la presenza orante di Maria con i discepoli e le donne (Atti 1,14) nella Chiesa nascente, nell’attesa dello Spirito Santo. San Francesco la saluta come Vergine fatta Chiesa.

Donna di speranza

Allora Maria, Donna dello Spirito, Madre della Chiesa, fa nascere la Chiesa come fa nascere Gesù. Il percorso delle robbiane della Verna, partito dall’Annunciazione e dalla Natività, trova il suo giro di boa nella cappella delle Stigmate, dove Maria, ai piedi della croce, non guarda verso il Figlio ma guarda verso di noi; e mostra il suo compimento terreno nella grande robbiana dell’Ascensione, in basilica, dove Maria non è più sola col Figlio o col Discepolo Amato, ma con gli Apostoli è Vergine fatta Chiesa, secondo l’espressione di San Francesco. Mostrerà poi il suo compimento celeste nella robbiana dell’Assunzione dove, primizia, della Chiesa, Maria va al Padre. È allora, quando tutti noi la seguiremo, che Dio cancellerà ogni dolore dalla terra, e farà nuove tutte le cose. Nella speranza di Maria ritroviamo la nostra speranza.