
Leggende, aneddoti? o c’è veramente un rapporto speciale fra la santità umana e gli animali? Sicuramente don Bosco, il santo sacerdote piemontese che si prendeva tanta cura dei giovani, ha avuto anche un rapporto di amicizia con i cani, ma particolarmente con un grosso pastore tedesco che chiamava Grigio, e che nei suoi riguardi si era assunto il compito di angelo custode. Lo salvò più di una volta…
Storia del Grigio
Il Grigio era apparso nella vita di don Bosco una sera del 1852, in un momento di grande pericolo: don Bosco stava per essere vittima di una imboscata, quando a difenderlo dall’aggressore si lanciò un grosso cane. Il delinquente fuggì, mentre Don Bosco accarezzava con gratitudine il suo nuovo amico. Il cane mostrò la sua gioia e lo accompagnò fino all’oratorio; poi scomparve.
Don Bosco stava svolgendo per i ragazzi di strada un’opera rivoluzionaria, sottraendoli all’abbandono e allo sfruttamento del lavoro minorile col dare loro una casa, un’educazione e un lavoro adatto alle loro possibilità. Quest’opera gli valse una grande ostilità da parte di certi ambienti, e più volte si cercò di attentare alla sua vita: fu sempre il Grigio a trarlo dall’impiccio. In una notte del novembre 1854, due uomini lo aggredirono e lo avvilupparono in un mantello. A quel punto comparve il Grigio, che gettò a terra uno degli uomini e saltò alla gola dell’altro. Gli aggressori, terrorizzati, pregarono don Bosco di trattenere il cane, così il santo richiamò l’animale, e si mise in salvo. Un’altra volta, un’intera banda aveva circondato il sacerdote, quando il Grigio lo raggiunse e girandogli intorno mostrava i denti ai delinquenti ringhiando. Questi, terrorizzati, ad uno ad uno si ritirarono.
Quando l’animale mise piede per la prima volta nell’oratorio, alcuni giovani, spaventati, cercarono di cacciarlo, ma vi rinunciarono quando seppero che era il cane di don Bosco. Nessuno lo vide mai mangiare o bere, benché i ragazzi gli avessero spesso offerto dei pezzi di carne.
Un aneddoto e un quadro
Una sera, la madre di don Bosco cercò di persuadere il figlio a rimanere in casa, ma don Bosco era deciso a uscire. Dove non riuscì la madre, riuscì il Grigio: sdraiato davanti alla porta, rifiutò di accompagnare il Santo ma anche di spostarsi e di lasciarsi scavalcare. Mamma Margherita commentò: «Se non vuoi ascoltare me, ascolta almeno il cane, che ha più ragione di te». Davanti alla tenacia del cane, don Bosco si rassegnò. Per fortuna; perché dopo mezz’ora venne un vicino a supplicarlo di non uscire, avendo saputo che si preparava una nuova aggressione con l’intenzione di assassinarlo. A Valdocco, rione di Torino, nella vecchia casa di don Bosco, un grande quadro raffigura il Grigio in atto di bloccare il santo, mentre Mamma Margherita, indicando il cane, chiede al figlio di ascoltarlo.
Un cane o un angelo?
Don Bosco raccontava: «L’ultima volta che vidi il Grigio fu nel 1866, quando andavo da Murialdo a Moncucco, a casa di Luigi Moglia, un mio amico… In quel momento il Grigio giurise correndo nella mia direzione, con grandi manifestazioni di allegria, e mi accompagnò per il tratto di strada che ancora dovevo percorrere, circa tre chilometri. Giunto a casa dell’amico, conversai con tutta la famiglia e andammo a cenare, rimanendo il mio compagno a riposare in un angolo della sala. Terminato il pasto, l’amico disse: – Andiamo a dar da mangiare al tuo cane». Il cane, però, era misteriosamente sparito.
Un aneddoto lo fa ricomparire nel 1883, quando il sacerdote si era smarrito, ed il cane lo accompagnò sulla strada giusta, fin sulla soglia della casa. Quando gli si facevano domande sull’animale che si era autonominato suo custode e protettore, Don Bosco rispondeva: «Dire che era un angelo farebbe ridere. Ma non si può dire che fosse un cane come gli altri».
Anche alcune salesiane dissero di essere state protette dal Grigio, nel 1893 mentre due di loro tornavano da Assisi a Cannara, nel 1930 a Barranquilla, in Colombia, e tra il 1898 e il 1900 in Francia, alla Navarre, mentre alcune suore si recavano nel bosco per la raccolta delle castagne. Cane o angelo in veste canina, dunque?