Domenica III di Avvento o Domenica «Gaudete»

Domenica «Gaudete»
La celebrazione nella chiesa francescana dell’Immacolata di Piombino

Domenica «Gaudete» è la Domenica III di Avvento: i bambini del catechismo e i ragazzi del reparto scout di Piombino hanno potuto coglierne le particolarità alla Messa, guidati da P. Piergavino. I segni sono importanti per noi che siamo fatti di carne e di sangue e abbiamo bisogno anche di segnali visibili che ci rimandino all’Invisibile.

Primo segno: il colore gioioso

Il colore rosa (o rosaceo) dei paramenti e della candela dell’Avvento ci richiamano ad un clima di gioia

Primo segnale: il colore rosa dei paramenti, o meglio rosaceo, segno della gioia con cui ci avviciniamo sempre più al Natale. L’incipit della liturgia, l’introito, in latino inizia con la frase «Gaudete in Domino semper: iterum dico, gaudete. Dominus enim prope est»: in italiano, «Gioite sempre nel Signore, ve lo ripeto: gioite. Il Signore è vicino» (Fil 4,4-5).

Domenica «Gaudete»
Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12231634

Perciò questa domenica, che è situata più o meno al centro del cammino dell’Avvento, prende il nome di Domenica «Gaudete» (analogamente, nel cuore della Quaresima, si troverà la Domenica «Laetare»). Si attenua il colore viola tipico delle celebrazioni dell’Avvento, fino a farlo divenire rosaceo. Lo vediamo nella casula del sacerdote ed anche nella terza candela della corona di Avvento, di colore rosa.

Anche la musica che accompagna le celebrazioni è improntata a questa caratteristica di gioia anticipata per il Natale che si avvicina.

Secondo segno: i doni di carità

I doni per i poveri

Secondo segnale: l’offerta di carità. I bambini e ragazzi, al momento dell’Offertorio, hanno deposto nelle ceste collocate ai piedi dell’altare i loro doni per i poveri. Quanto si porta all’altare nella processione offertoriale deve servire alla celebrazione eucaristica o ai poveri: sia a celebrare la Cena del Signore, in cui Egli si fa Corpo per noi, sia a servirlo nei poveri che sono «la carne di Cristo», come ripete spesso papa Francesco.

Terzo segno: la benedizione dei Bambini

Domenica «Gaudete»
Foto di falco da Pixabay

Terzo segnale: la benedizione dei Bambinelli al termine della liturgia eucaristica. I bambini e ragazzi che avevano portato con sé le statuine del Bambino Gesù da collocare nel Presepe le hanno riportate a casa benedette, coloro che ne erano sprovvisti le hanno ricevute in dono da un grande cesto collocato davanti all’altare.

La preghiera di benedizione

Significativo il testo della preghiera di benedizione recitato da P. Piergavino:

«Noi ti diciamo grazie, Signore Gesù, che ti sei fatto piccolo come noi: nella tua nascita a Betlemme hai rivelato la dignità dei piccoli e poi hai detto che il Regno dei Cieli è aperto a chi è semplice e buono come un bambino.

Signore Gesù, custodisci la loro innocenza e apri i loro cuori all’annunzio della vera gioia; a tutti noi dona occhi puri per riconoscerti presente nella nostra vita.

Ti preghiamo, perché con la tua benedizione queste statuine di Gesù Bambino, che sta per venire tra noi, siano, nelle nostre case, segno della tua presenza e del tuo amore.

Benedici e proteggi le nostre famiglie e la nostra comunità parrocchiale: tieni tutti e sempre vicini a te, con Maria e Giuseppe, nella semplicità ed unità della famiglia; fa’ che non manchino mai il pane e la pace a tutti i bambini del mondo.

Il tuo Spirito aiuti questi bambini a crescere in sapienza e grazia, perché possano sempre piacere al Padre Tuo e nostro che è nei cieli. Tu che vivi e regni nei secoli. Amen».

Domenica «Gaudete»: il Triplice Ufficio del cristiano

Volessi aggiungere una riflessione personale a quanto vissuto nella liturgia, direi che questi tre segni hanno colto in pieno quello che è la realtà battesimale, il «Triplex Munus» o Triplice Ufficio che ci è dato in Cristo nel battesimo: sacerdotale, regale e profetico.

Sacerdotale: essere come luci risplendenti di gioia davanti al Signore ed agli uomini.

Regale: il servizio è la Regalità di Cristo, servire gli altri nella carità è regnare.

Profetico: vivere la vita familiare come testimonianza di fede, di speranza, di amore.