Tolkien e Lewis. Divergenze

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L’amicizia fra Tolkien e Lewis fu duratura ma non fu priva di crisi e di divergenze, per vari motivi. Tolkien pensava che, come i convertiti famosi J.H. Newman, Chesterton, Bruce Marshall, anche Lewis si sarebbe fatto cattolico, invece egli scelse di dirsi semplicemente cristiano senza aggiungervi aggettivi confessionali, adottando una sorta di via media, di compromesso tra il puritanesimo delle sue origini e il cattolicesimo romano verso il quale continuava a mantenere una diffidente distanza. Come cristiano, professava di credere quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est, quello che dovunque, sempre e da tutti è stato creduto (Canone di Vincenzo di Lérins). Aderì formalmente alla Chiesa Alta anglicana e rifiutò ogni altra proposta, benché Tolkien cercasse fino all’ultimo di portarlo al cattolicesimo. C. S. Lewis era sacramentalista, credeva nel ministero sacerdotale, si comunicava tutti i giorni, si confessava ogni venerdì, ricevette anche l’Unzione degli Infermi, ma non volle mai unirsi a Roma.

Divergenze letterarie

Inoltre Tolkien, non ostante l’amicizia che nutriva per C.S. Lewis, stroncò col suo giudizio Il Leone, la Strega e l’Armadio che secondo lui presentava troppe pecche. Non gli piaceva la commistione di diverse mitologie: infatti a Narnia troviamo gli esseri delle mitologie nordiche come i nani, ma anche i latinissimi fauni, i minotauri e le ninfe del mito greco, gli unicorni del bestiario medievale e persino il cristiano Father Christmas con i doni natalizi. L’Universo della Terra di Mezzo è monolitico, basato solo sulla nordicità; l’eterogeneità di Narnia irritava Tolkien.

Tolkien non approvava neppure gli interventi del narratore all’interno del racconto, e criticava l’incrociarsi della nostra terra col mondo fantastico: quanto si scandalizzò dei titoli dei libri collocati nella biblioteca del fauno Tumnus, Così fan le ninfe, L’uomo è un mito?…!

Per di più, fervente cattolico, Tolkien fece la scelta rispettosa di non esplicitare il cristianesimo nel suo mondo fantasy, e deprecava come invece Lewis rendesse la simbologia cristologica e teologica evidentissima in tutte le sue produzioni letterarie.

In difesa di Lewis

Una parola in difesa di Lewis. In verità, le sue presunte sbavature di stile erano intenzionali. Con l’irruzione di un mondo nell’altro Lewis alludeva ironicamente al fatto che ciò che è un mito nel nostro mondo potrebbe essere realtà in un altro; e gli interventi nel racconto come voce esterna dell’autore erano chiaramente mirati a stabilire con i giovani lettori un rapporto coinvolgente. Quanto al cristianesimo palesato da Lewis nei suoi romanzi come nei suoi saggi, lo scrittore ne aveva fatto il suo personale programma di vita cui si mantenne sempre fedele. I suoi saggi teologici e le sue opere letterarie portarono a conversione migliaia di lettori. Glielo dobbiamo imputare a biasimo?

Lewis non restituì invece all’amico il deprezzamento dell’opera letteraria, che continuerà a valorizzare per sempre con sincero entusiasmo. Nel 1961 C.S. Lewis segnalerà l’amico Tolkien alla giuria del premio Nobel candidandolo per la letteratura, anche se gli verrà risposto che la scrittura di Tolkien era solo «prosa di seconda categoria». Una curiosità: trovate la segnalazione nella banca dati del Premio Nobel QUI.

Amicizie non condivise

Infine, Tolkien deprecava alcune amicizie di Lewis, come quella con Charles Williams;  non parliamo poi della vicenda terminale della vita dell’amico, quando sposò segretamente, per estenderle la cittadinanza britannica, la scrittrice americana Joy Gresham. Tolkien rimase molto male quando lo seppe a fatto compiuto.

Tolkien scrisse a Christopher Bretherthon, il 16 luglio 1964: «C.S.L. è stato un mio intimo amico dal 1927 al 1940, e mi è sempre rimasto molto caro. La sua morte è stato un colpo molto doloroso. Ma in effetti ci siamo visti sempre meno dopo che entrò sotto l’influenza di Charles Williams, e ancora meno dopo quel suo strano matrimonio». Un rimpianto per un’amicizia ultratrentennale che avrebbe voluto più esclusiva.