
Nel contesto del Libro della Consolazione (Isaia 40-55), i primi 11 versetti del cap. 48 presentano una insolita durezza. Dio infatti richiama gli eventi del passato, che aveva annunciato e che ora ha realizzato; li rievoca ad un popolo che vanta la propria appartenenza al Signore, di nome però, e non con i fatti, perché incoerente con la ’emeth / verità e con la tzedaqah / giustizia. Nel passato, gli eventi di salvezza erano stati preannunciati dal Signore, perché il popolo non potesse attribuirli al potere di un idolo (3-6a).
La novità di Dio
Ma adesso Dio sta per creare cose nuove, mai viste, non perché Israele lo meriti col suo comportamento: il Signore lo sa bene, perché il primo nome di Israele è Giacobbe, cioè “Sleale fin dal seno materno”: il suo antenato eponimo infatti nacque tenendo nel piccolo pugno il calcagno del fratello per soppiantarlo fin dalla nascita… Ma quello che si dice di Giacobbe vale per ogni uomo. Dio sa bene di qual pasta siano fatte le sue creature, e le ama così come sono, continuando sempre a richiamarle a sé. Lo fa perché è Amore, di cui la Gloria è la manifestazione terrena (6b-11).
Isaia 48 12Ascoltami, Giacobbe,
Israele che ho chiamato.
Sono io, io solo, il primo
e anche l’ultimo.
13Sì, la mia mano ha posto le fondamenta della terra,
la mia destra ha disteso i cieli.
Quando io li chiamo,
tutti insieme si presentano.
14Radunatevi, tutti voi, e ascoltatemi.
Chi di essi ha predetto tali cose?
Colui che il Signore predilige compirà il suo volere
su Babilonia e, con il suo braccio, sui Caldei.
15Io, io ho parlato; io l’ho chiamato,
l’ho fatto venire e ho dato successo alle sue imprese.
Dio può agire come vuole perché è il creatore onnipotente, può suscitare Ciro e lo fa; così il profeta lo attesta a chiara voce con la forza dello Spirito di Dio (12-16).
Il Signore ha riscattato Giacobbe (17-22)
È vero, Israele non avrebbe mai dovuto allontanarsi da Dio, e la sua sorte non avrebbe conosciuto declino (17-19); tuttavia, anche in esilio, il popolo di Dio non deve disperare, perché la sua liberazione è vicina. Il rimpianto per il passato non oscura la speranza per il futuro, un futuro da proclamare fino ai confini della terra con voci di gioia: Il Signore ha riscattato Giacobbe! Così tutti sapranno che il Dio di Israele è Signore di tutta la terra, perché persino nei luoghi più desolati sosterrà il suo popolo, come già fece nell’esodo dall’Egitto. Dio è sempre colui che,quando uno meno se lo aspetta, fa scaturire l’acqua dalla roccia…