Lettura continua della Bibbia. Consolate, consolate il mio popolo…

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Prologo del DeuteroIsaia: Il Dio Consolatore (40,1-11)

Mentre molti libri profetici iniziano con una scena di vocazione del profeta (che come nel caso del PortoIsaia si può trovare anche nel seguito del libro, al cap. 6), qui la persona del profeta è totalmente eclissata dietro il messaggio. È, invece, Dio che viene subito in evidenza. È suo il primo grido: “Consolate il mio popolo!”.

Dio è il Consolatore

Il Dio del DeuteroIsaia è il Consolatore, e il tema della consolazione pervade tutto il libro: non vi sono minacce come avviene spesso nella letteratura profetica, solo parole di conforto. E per accogliere la venuta di questo Dio che è il Consolatore bisogna preparargli le strade, dice il profeta – messaggero, come facevano ai suoi tempi gli araldi che camminavano davanti al re perché il paese che sarebbe stato da lui visitato si predisponesse ad accoglierlo. Il profeta non è altro che una Voce che grida… Tale sarà il Battista nei confronti della venuta di Gesù, una Voce che grida per preparare la venuta della Parola in persona.

Il tema della Parola

Questo passo che apre il DeuteroIsaia è tutto basato sul tema della Parola, come lo sarà il passo che lo chiude nel cap. 55. Vi troviamo numerosi termini che esprimono l’atto o l’immagine del parlare: dire, parlare, gridare, voce, bocca, parola, annunciare… provate a contarli. Il tema della Parola di Dio fa da inclusione, incornicia tutto il testo del DeuteroIsaia (55,10-11), nel contrasto fra la Parola di Dio, potente ed efficace, e la parola dell’uomo, effimero soffio che subito appassisce come l’erba, come il fiore.

La Parola del Signore è onnipotente e realizza ciò che vuole (autolimitandosi solo davanti alla ibertà di scelta dell’uomo) ma in questo passo si presenta con la tenerissima immagine del Pastore che conduce il gregge, non solo guidando e proteggendo l’intero gregge, ma anche prendendosi cura di ogni animale nelle sue particolari necessità, dall’agnellino appena nato alla pecora madre.