Il Dio che percorre le nostre strade

Omelia  della Notte di Natale di don Enzo Greco (1994)

Dio che percorre le nostre strade
Immagine da me realizzata con AI tramite https://creator.nightcafe.studio/studio

Carissimi, convenuti in questa celebrazione eucaristica nella notte di Natale, faccio a tutti un augurio di buon Natale cristiano; l’evangelista Luca ci ha accompagnato per mano in questa lettura or ora ascoltata per riflettere appunto, sul significato cristiano del Natale. Quella di Natale è una festa che secondo la nostra tradizione popolare e culturale interessa non solo i credenti, ma anche i non credenti.

Il Natale infatti suscita, secondo la tradizione, emozioni, sentimenti di bontà, di semplicità, di disponibilità nei confronti del prossimo; è celebrato, secondo la tradizione, come una festa di famiglia, evoca il focolare domestico il senso dell’unità, il senso della pace e  dell’armonia. Il Natale è celebrato anche come festa della pace a livello internazionale, si auspica la pace in tutto il mondo, non solo come assenza di guerra, ma pace come giustizia; per noi cristiani, così come dice l’evangelista Luca, che cosa è il Natale? Che cosa è questa festa? Questa festa non è qualcosa, ma Qualcuno, per noi cristiani è Gesù Cristo, questo Bambino è Gesù, ma chi è Gesù?

Un Dio che percorre le nostre strade

Gesù è Dio che è sceso dalle stelle ed è venuto ad abitare in una squallida stalla perché è un Dio, il nostro, che ha deciso di abbandonare le nubi, di abbandonare il cielo dell’onnipotenza, il cielo della grandezza per diventare un uomo come noi. Quindi nel Bambino Gesù noi contempliamo la splendida realtà del Dio fatto uomo, del Dio che ha voluto condividere la nostra esistenza, che non si è tenuto lontano dal fango della terra, ma è sceso in mezzo a noi avendo bisogno di una mamma, egli ha trasformato la sua potenza in impotenza.

Quale Dio grande contempliamo! Un Dio che percorre le strade dell’esistenza, che è con noi, che sta sempre dalla parte dell’uomo, che è amico dell’uomo.

Carissimi cristiani, ci vengono le vertigini a riflettere su questo fatto così grande, così semplice, ma nella sua semplicità è talmente grande: un bambino che è nato, che è in braccio a sua Madre è il Dio onnipotente creatore e signore del cielo e della terra; quel Dio onnipotente che ha scelto di condividere la nostra esistenza, Dio che è il nostro compagno nella vita,  ce lo sentiamo vicino, ce lo sentiamo intorno, stretto, che è amico dell’uomo. Quale altra cosa così grande se non quella di condividere la nostra esistenza: tutti noi siamo assetati di amore e di amicizia, chi è colui che ti ama? Colui che condivide con te la tua esistenza, gioie, dolori, tutto. Nel presepio, noi contempliamo un Dio che è tra noi, che cammina e percorre le nostre strade.

Non cercare Dio tra le stelle

In questa notte tu che sei con la tua solitudine, con la tua tragedia, il tuo dramma, ognuno di noi, con i pastori esce dalla sua casa e porta il suo dramma, la sua esistenza, i suoi dubbi, le sue angosce. Bene, Dio ti capisce, ti è vicino, è compagno della tua esistenza. Non cercare Dio tra le nuvole, tra le stelle, Lui è con te, è con noi.

Ammirando la semplicità del presepio, ammiriamo la semplicità nuda dell’amore e dell’amicizia. Quanto è bello condividere! Quanto è bello camminare accanto agli altri! E quanto è brutto odiarsi, essere nemici, essere ostili. Dio ci ha dato questa lezione nel Natale, ci ha dato questa lezione che ci indica solidarietà, comprensione e condivisione.

Vorrei condividere in questa Cena Eucaristica, così è chiamata la Messa, il pane dell’amicizia, il corpo di Cristo, la parola di Dio, la fede. Vorrei come parroco condividere, spezzare con voi il pane dell’esistenza, i vostri dubbi, anche io sono compagno di viaggio della vita come voi, anch’io ho bisogno del compagno di viaggio uguale per tutti: Gesù, chiamato l’Emmanuele, il Dio con noi. Camminiamo insieme come credenti, come credenti diamo la testimonianza di un sogno che ogni notte noi facciamo: il sogno di un mondo nuovo, di un mondo rinnovato, di un mondo in cui amicizia, solidarietà e condivisione siano la matematica e la sintassi delle nostre lingue altrimenti non ci comprendiamo più.