Abbiamo visto come, secondo un’ipotesi ben sostenibile, una prima versione del racconto di Genesi 34 fosse quella di un innamoramento al di fuori dei confini etnici, e di un matrimonio che sanciva un’alleanza tra famiglie (QUI).
Ma questo tipo di racconto, in definitiva, veniva a scontrarsi con un’idea etnocentrica ancora più forte. Il racconto della vicenda di Dinah richiedeva, a questo punto, una revisione negativa.
La vicenda di Dinah (Genesi 34): una revisione negativa
A questo punto, infatti,l’idea che i nativi del paese potessero diventare israeliti con una semplice circoncisione contraddiceva la tradizione secondo cui gli israeliti erano esclusivamente discendenti del patriarca Giacobbe, e l’altra tradizione, di carattere storico, secondo cui gli ebrei massacrarono completamente i Cananei quando entrarono nel paese (Gs 6 -11).
Se però, come narra questa storia nella sua prima versione, i figli di Giacobbe si unirono pacificamente ai Sichemiti e diventarono un solo popolo, allora i loro discendenti Israeliti sarebbero in parte discendenti degli abitanti del paese, cioè dei Cananei. Questo era fuori discussione. Dato il divieto di Deuteronomio contro i matrimoni misti, gli scribi successivi rielaborarono la storia trasformandola in un massacro di nativi.
In questa rilettura al negativo, Simeone e Levi invocano la condizione della circoncisione solo come inganno per permetterere loro di distruggere facilmente i Sichemiti, che erano più numerosi. Infatti, il giorno dopo la circoncisione, gli uomini giacciono ancora febbricitanti e diventano facili vittime della furia dei figli di Giacobbe.
Ma questo finiva per essere troppo duro per gli scribi successivi, che riformularono la storia. Per cui, a questo punto, dopo l’eccidio, i fratelli Simeone e Levi prendono Dinah e se ne vanno, suggerendo che non tutti i Sichemiti erano stati ai patti (Gen 34,17: «Ma se non ci ascolterete e vi farete circoncidere, prenderemo nostra figlia e ce ne andremo»). Ciò mitigherebbe la durezza dello sterminio di un’intera città che si è appena convertita al giudaismo. La conversione era dovuta a convenienza, e i contraenti non erano stati ai patti.