Lettura continua della Bibbia. DeuteroIsaia: Le dossologie

DeuteroIsaia: le dossologie
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Cerchiamo di vedere, nel complesso, come si sviluppino i testi del DeuteroIsaia, secondo un ordine che alla prima apparenza può sfuggire.

Il DeuteroIsaia si può considerare articolato in cinque discorsi, scanditi da dossologie (42,10 ss.; 44,23; 49,13; 52,9-12), così come il libro dei Salmi è diviso in una sorta di Pentateuco della Preghiera da dossologie poste alla fine di ciascuna parte. Questa articolazione fa del DeuteroIsaia un Pentateuco della Profezia.

DeuteroIsaia: Le dossologie

Una dossologia è, per definizione, un rendimento di gloria a Colui a cui la gloria appartiene, un riconoscimento della grandezza di Dio. Infatti la parola deriva dal greco δοξολογία, composto di δόξα «opinione, lode, gloria» e -λογία da logos, «discorso». Può essere un’esclamazione rituale, una formula, un breve inno, che loda e glorifica Dio. Ad esempio, nella liturgia cristiana il Gloria al Padre è una dossologia. Nel DeuteroIsaia questi brevi canti di lode, le dossologie, sono un invito alla gioia per la salvezza che viene da Dio, Signore della storia e Creatore, Salvatore del suo popolo.

Non sono certo disposte casualmente. In esse si nota una progressione di idee che corrisponde all’articolazione dell’intera opera. Nel DeuteroIsaia, insomma, anche le dossologie sono un piccolo sunto del suo pensiero.

  • 42,10 ss.: Il mondo intero è invitato ad esultare ed a lodare Dio, senza che ne sia espressa la motivazione.
  • 44,23: Cieli e terra esultino, “perché il Signore ha riscattato Giacobbe, in Israele ha manifestato la sua gloria”.
  • 49,13: “Giubilate, o cieli; rallegrati, o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore Dio consola il suo popolo ed ha pietà dei suoi miseri”. Il futuro acquista adesso contorni decisi: Israele è amato (racham) da Dio che cancella il suo passato ed inaugura una nuova situazione.
  • 52-9-12: Il popolo è già pronto per uscire dal suo esilio, liberato da Dio. Il coro di giubilo è intonato dalle rovine di Gerusalemme, che riprendono vita. La salvezza è vista come già compiuta.