Parlare alla gente: dal libro alla vita

S. Antonio (particolare) di Pietro Saltini, 1900. Piombino, chiesa dell’Immacolata

Penso che trovare il modo di parlare in modo efficace alla gente, in modo da passare dal libro alla vita, sia un problema dei ministri di tutte le religioni. Nella Chiesa cattolica abbiamo l’omelia, o predica, o sermone, in tutte le Messe festive, e ne sappiamo qualcosa. Per questo, papa Francesco più volte è intervenuto per chiedere (ci riuscirà?) la brevità come condizione indispensabile per mantenere l’attenzione dell’assemblea: lo ha fatto non più tardi di ieri.

Dal libro alla vita

Parlando a braccio durante l’udienza di mercoledì 12 giugno, incentrata sulla Parola di Dio, ha detto:

«E l’omelia, quel commento che fa il celebrante, deve aiutare a trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita. Ma l’omelia per questo dev’essere breve: un’immagine, un pensiero e un sentimento. L’omelia non deve andare oltre gli otto minuti, perché dopo con il tempo si perde l’attenzione e la gente si addormenta, e ha ragione. Un’omelia deve essere così. E questo voglio dire ai preti, che parlano tanto, tante volte, e non si capisce di che cosa parlano. Omelia breve: un pensiero, un sentimento e uno spunto per l’azione, per come fare. Non più di otto minuti. Perché l’omelia deve aiutare a trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita. E tra le tante parole di Dio che ogni giorno ascoltiamo nella Messa o nella Liturgia delle ore, ce n’è sempre una destinata in particolare a noi. Qualcosa che tocca il cuore. Accolta nel cuore, essa può illuminare la nostra giornata, animare la nostra preghiera. Si tratta di non lasciarla cadere nel vuoto!».

Parlare alla gente: trasferire la Parola dal libro alla vita. Notate lo stile efficace che propone il Papa: un’immagine, un pensiero e un sentimento. Troppi predicatori nella storia hanno fatto del pulpito un palcoscenico di se stessi, e molti di più hanno sprecato con la loro sciatteria e noiosità l’unica occasione che molti hanno avuto di ascoltare una Parola che risuonasse dentro di loro. Nella storia, S. Antonio di Padova è stato uno dei predicatori più celebri. Sentite che cosa diceva del predicatore, e con quale intensità:

Dai «Discorsi» di sant’Antonio di Padova (I, 226)   

Chi è pieno di Spirito Santo parla in diverse lingue. Le diverse lingue sono le varie testimonianze su Cristo: così parliamo agli altri di umiltà, di povertà, di pazienza e obbedienza, quando le mostriamo presenti in noi stessi. La predica è efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere. Cessino, ve ne prego, le parole, parlino le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti di opere, e così siamo maledetti dal Signore, perché egli maledì il fico, in cui non trovò frutto, ma solo foglie. «Una legge, dice Gregorio, si imponga al predicatore: metta in atto ciò che predica». Inutilmente vanta la conoscenza della legge colui che con le opere distrugge la sua dottrina.
    Gli apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 4). Beato dunque chi parla secondo il dettame di questo Spirito e non secondo l’inclinazione del suo animo…
    Parliamo quindi secondo quanto ci è dato dallo Spirito Santo, e supplichiamolo umilmente che ci infonda la sua grazia per realizzare di nuovo il giorno di Pentecoste nella perfezione dei cinque sensi e nell’osservanza del decalogo. Preghiamolo che ci ricolmi di un potente spirito di contrizione e che accenda in noi le lingue di fuoco per la professione della fede, perché, ardenti e illuminati negli splendori dei santi, meritiamo di vedere Dio uno e trino.

E se, con tutto ciò, non ascoltano…

Può benissimo avvenire che i cristiani non ascoltino, non ostante il carisma del predicatore. Questo accadde a Rimini anche allo stesso S. Antonio. Dato che gli uomini (forse per una forte presenza catara) non lo stavano a sentire, Sant’Antonio andò a predicare ai pesci; e i pesci, a riva, a bocca aperta (con poco sforzo da parte loro), ascoltarono la Parola di Dio dal Santo, che poi li benedisse e li congedò. Tante volte gli animali ci sono di esempio, e i Santi erano quelli che lo sapevano meglio di tutti.

Per l’interessante figura di S. Antonio di Padova vedere QUI: