Cure paterne animali

Cure paterne animali
L’accudimento di un pulcino di pinguino imperatore.  Denis Luyten – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=76146958

Quando si pensa all’accudimento dei figli si pensa istantaneamente alle madri, e spesso è davvero così. In alcuni casi il padre non ha nessuna parte nell’allevamento dei piccoli, anzi la sua presenza costituisce un pericolo, perché potrebbe arrivare ad ucciderli per avere di nuovo la femmina tutta per sé: è il caso degli orsi, ad esempio. Tra i felini, solo fra i leoni i maschi si occupano della prole: direi che ne hanno tutto il tempo, visto che la caccia è compito delle femmine, mentre il maschio oltre a pavoneggiarsi per la magnifica criniera ha solo da dormire, da fare la parte del leone quando le femmine tornano col cibo, e da giocare, appunto, con i cuccioli difendendoli da eventuali nemici… Le cure paterne animali non sono generalizzate. Ma nella natura esistono notevoli eccezioni a questo tipo di comportamento.

Cure paterne animali

Ci possono essere casi individuali, eccezioni nell’ambito della propria specie, in cui un maschio può occuparsi dei cuccioli. Io stessa, anni fa, ho avuto un gatto, Muffi 2, che se i gattini di casa (non suoi, tra l’altro, ma adottati) cercavano il latte si sdraiava e lasciava che succhiassero. Naturalmente non ne usciva niente, ma il gesto era di grande tenerezza e i gattini lo percepivano.

Ma qui sto parlando di comportamenti tipici di una determinata specie. Chi sono, in natura, i padri più amorevoli o premurosi? In generale, sono gli uccelli. Nel mondo dei pennuti, ben il 90% delle specie ha padri che si occupano assiduamente dei figli, dall’alternarsi alla madre nella cova all’accudimento dei piccoli. Il massimo dell’eroismo è mostrato dal pinguino imperatore: appena ha deposto l’uovo, la mamma torna in mare, mentre è il maschio a tenerlo con sé e a riscaldarlo (con la sua temperatura corporea di 30°) per ben 65 giorni senza interruzioni, senza più nemmeno concedersi di mangiare. Con una temperatura esterna che può arrivare a -60°C, e i venti gelati che soffiano anche a 200 km/h, si può ben parlare di cure eroiche.

Non so bene che cosa significhi questo filmato: se il pavone (chiaramente maschio) voglia difendere le uova, o altro… Comunque, è una bella lotta

I mammiferi

Immagine da me realizzata con AI tramite https://creator.nightcafe.studio/studio

Anche tra le rane e i rospi i padri sono particolarmente premurosi. Tra i mammiferi, invece, solo il 3% dei padri si prende cura dei cuccioli: la stragrande maggioranza non li vede neppure nascere. In considerazione di questo, forse il Nobel per l’amorevolezza paterna spetta al lupo: i lupi sono monogami e i maschi sono padri attenti e protettivi con i cuccioli. Il maschio rimane accanto alla sua femmina per diverse settimane dopo il parto, protegge la famigliola e caccia il cibo per tutti loro.

Cure paterne animali
Il tamarino padre si occupa a tempo pieno dei cuccioli. Di I, Brocken Inaglory, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2280918

Un altro esempio di cura paterna fra i mammiferi è quello del tamarino imperatore, una piccola scimmia sudamericana, così chiamata per i lunghi baffi tanto simili a quelli del Kaiser. Infatti sono i padri ad accudire i piccoli: aiutano la madre durante il parto, da veri ostetrici, e da quel momento tengono i cuccioli con sé. Li riportano alla madre solo ogni 2 o 3 ore per l’allattamento, che dura mezz’ora. Per tutto il resto del tempo è il babbo a tenere in braccio il neonato e a prendersene cura. Sembra incredibile, vero?

Il cavalluccio marino

Ippocampi maschi incinti. Di Joanne Merriam – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=856790

Se il lupo e il tamarino si contendono il primo e il secondo gradino del podio, almeno al terzo deve assurgere il cavalluccio marino, dal quale, essendo un pesce, non ci aspetteremmo un gran che. E invece… in casa Ippocampo i ruoli sono rovesciati: la femmina depone le proprie uova nella tasca ventrale del maschio, e se ne va: il maschio le feconda e le gesta nel proprio corpo per circa 5 settimane finché non viene il momento del parto, sì, proprio un parto laborioso di innumerevoli cavalluccini (da 500 a duemila) formati e vivi anche se minuscoli. Non basta: non ancora paga, la natura fa sì che di quando in quando i piccoli tornino nella tasca del padre per averne conforto.

Volete assistere ad un parto? Eccolo:

Il mondo animale, tutto sommato, abbonda di cure paterne, vero? In ogni caso, la mamma è sempre la mamma… Guardate l’espressione di questa gatta e provate a dire di no: