La prima cosa da notare, in questa struttura che viene chiamata Esamerone perché distribuisce le opere della creazione in sei giorni (e troverà la perfezione nel settimo), è che questa distribuzione è anomala: le opere di creazione sono otto, perciò sarebbe stato logico distribuirle in otto giorni, e non sei.
Può sembrare una minuzia, questa, ma non lo è: rispecchia una precisa visione teologica che è importante anche per noi.
La tradizione sacerdotale (P)
Fu nell’esilio babilonese (VI secolo a. C.) che il materiale tradizionale venne ripreso da un gruppo di sacerdoti deportati a Babilonia, e ripensato secondo la loro sensibilità e secondo i problemi derivati dal dramma che stavano vivendo.
I sacerdoti erano gli uomini del Sacro, che avevano come principale e quasi unico ufficio quello di celebrare i sacrifici al tempio di Gerusalemme. Lontani dalla Terra Santa, lontani dalla Città Santa, col tempio ormai distrutto, vedevano la loro stessa identità messa a rischio: la loro, e quella di tutto il popolo. Come si poteva essere credenti figli di Israele, se non esisteva più il sacrificio?
Ma questi sacerdoti, invece di perdere le speranze, consolidarono la loro fede trovando in tre atti rituali l’identità ebraica: la circoncisione (l’origine sarà narrata nella storia di Abramo, cap. 17), il rispetto di norme alimentari e l’osservanza del riposo del settimo giorno.
Ecco perché questa stranezza letteraria: l’importanza della Teologia del Sabato spiega come mai otto opere di creazione, evidentemente raccolte da un racconto più antico, vengano inserite in uno schema di sei giorni (più il settimo di riposo) anziché in una struttura di otto giorni.
Il problema si risolve assegnando al terzo e al sesto giorno due, e non una sola, opere di creazione.
Attenzione: questo schema narrativo ha valore solo in quanto trasmette un messaggio teologico, e non ha, né pretende di avere, alcun carattere scientifico.
Otto opere in sei giorni
San Tommaso d’Aquino molto opportunamente distinse due serie di opere, distribuite in due serie di giorni (in ragione di quattro opere in tre giorni):
- Opus distinctionis, in cui Dio forma gli ambienti scorporando la materia e ottenendo habitat sempre più evoluti; il quadro è statico;
- Opus ornatus, in cui Dio decora, abbellisce gli habitat fornendoli di inquilini; il quadro è dinamico.
Le due serie sono simmetriche: al giorno Uno corrisponde il giorno quarto, al secondo giorno corrisponde il quinto, al terzo corrisponde il sesto.
La simmetria si ripete per le opere:
- allo spazio celeste, con l’alternanza di luce e tenebre, corrisponde la creazione degli astri, il lume per illuminare il giorno e i lumi per illuminare la notte
- all’acqua e all’aria, divisi tra loro dal firmamento, corrispondono gli animali acquatici e i volatili
- alla terra emersa e alla vegetazione corrispondono la creazione degli animali terrestri e dell’umanità.