Conclave

Conclave
Conclave del 1903 nella ricostruzione di Achille Beltrame per La-Domenica-del-Corriere. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=160529913

È risaputo: il Conclave è l’assemblea dei Cardinali radunati con il compito di eleggere il Papa. Ma perché si chiama così, e quando è nata questa prassi?

Un po’ di storia

Anticamente l’elezione dei Vescovi di Roma si svolgeva diversamente, per acclamazione del popolo di Roma, ed anche su indicazione dei predecessore. Solo dal 336 si riservò l’elezione al clero di Roma, non per votazione ma per acclamazione o consenso generale, dopo di che il popolo approvava o disapprovava l’elezione. Il sinodo lateranense nel 769 abolì il diritto dei laici di approvare o rifiutare l’elezione, ma Nicolò I lo reintrodusse a favore della nobiltà romana nell’862. 

In quel periodo oscuro, nei secoli IX e X fino al 1046, cioè fino alla Riforma gregoriana, le elezioni dei Sommi Pontefici furono spesso in mano alle grandi famiglie romane, mentre gli Imperatori cercavano di portare avanti i loro candidati. Per risanare la situazione, nel 1059 Niccolò II affidò l’elezione ai soli cardinali vescovi e nel 1179 il Concilio Lateranense III stabilì che dovesse decidere l’intero collegio cardinalizio. Si definiva, così, l’elettorato attivo, mentre eleggibile continuò ad essere qualunque battezzato maschio celibe.

Nasce il Conclave

Per la prima volta nel 1198 i cardinali si riunirono in volontaria clausura: Conclave significa infatti “(chiusi) con la chiave”.  Ma la norma dell’isolamento dei cardinali per l’elezione del Papa fu stabilita solo nel 1274 dal Concilio di Lione II (Costituzione apostolica Ubi Periculum di Gregorio X), per impedire lentezze, pressioni esterne e possibilità di corruzione. Era stato un evento particolare a determinare questa decisione. Nel 1268, quando a Viterbo si svolsero le votazioni, la situazione si trascinò così a lungo che la città giunse all’esasperazione. Dopo 19 mesi, i 19 cardinali non erano ancora riusciti a trovare un accordo. Allora la città rinchiuse letteralmente a chiave (clausi cum clave) i cardinali, li mise a pane e acqua e scoperchiò parte del tetto per esporli alle intemperie. Nonostante tutto, i cardinali impiegarono ben 1006 giorni per eleggere Gregorio X (1271).

Proprio Gregorio X con la Costituzione apostolica Ubi Periculum stabilì di segregare i cardinali elettori in un’area chiusa senza diritto a stanze singole e con un solo servitore, a meno che non fossero infermi. Il cibo doveva essere somministrato ai cardinali attraverso una finestra ma dopo tre giorni avrebbero ricevuto una sola portata per pasto; dopo cinque giorni soltanto pane, vino e acqua. Durante il conclave nessun cardinale poteva ricevere alcuna rendita ecclesiastica. Adriano V sospese queste regole rigide nel 1276, ma Celestino V le ripristinò nel 1294, dato che per la sua elezione erano stati necessari ben due anni.

La Cappella Sistina

A partire dalla costruzione della Cappella Sistina alla fine del XV secolo, dal 1492 i conclavi si sono svolti in essa.

Oltre la cancellata marmorea del presbiterio viene montata nella Cappella Sistina la stufa nella quale verranno bruciati appunti e voti degli elettori producendo così le famose fumate: nera se l’elezione non è avvenuta, bianca se il Pontefice è stato eletto. Un rituale suggestivo per coloro che aspettano all’esterno nelle vicinanze, pronti a precipitarsi davanti alla loggia centrale della basilica di San Pietro, da cui il neo eletto impartirà la prima benedizione.