Con papa Leone… siamo a cavallo!

Con papa Leone siamo a cavallo!
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Ah, questa battuta ci vuole proprio: con papa Leone siamo a cavallo! Alla lettera e metaforicamente.

Il passato missionario di Robert Prevost, adesso papa Leone XIV, è eloquente. Nasce a Chicago,  ma da immigrati europei di origine italiana e francese (padre) e spagnola (madre). Studia matematica, filosofia; si fa monaco agostiniano, studia teologia, diritto canonico. Parla, oltre che inglese, italiano, francese, spagnolo, portoghese; sa usare il latino, legge il tedesco. Prima della benedizione Urbi ed Orbi, alla Città e al Mondo, legge il suo discorso in un italiano impeccabile e poi rivolge un saluto… avrei pensato in inglese, ma no: sceglie lo spagnolo. Scelta logica, perché è stato missionario in Perù tanti anni, ma quello che mi fa pensare è l’ostinata omissione dell’inglese. In fondo, il poliglotta Vojtyla si animava quando poteva parlare in polacco alla sua gente… Ma no, l’inglese resta escluso. Sarà per togliere illusioni a Trump, e per sgombrare il campo mediatico da equivoci?

È il primo Papa statunitense, ma non è l’eletto di Trump: il suo orientamento va verso l’America latina, figuriamoci un po’! È anche il primo Papa agostiniano, a quanto mi risulta: l’ordine da cui uscì Martin Lutero, nei secoli magari rimasto leggermente sospetto… Leone è stato per 12 anni priore generale dell’Ordine (2001-2012), ma è stato anche parroco, un pastore che sa di pecora. È stato fatto vescovo da papa Francesco, e naturalmente è sempre da Francesco che è stato creato cardinale.

È americano ma è stato molto tempo anche a Roma. Ha esperienza della pastorale sul campo ed ha esperienza degli ambienti di Curia. È statunitense ma si è dedicato all’America latina. È teologo e giurista ma il suo cuore è con i poveri. In quest’altra foto, da vescovo, con gli stivaloni, lo vediamo nel fango di una alluvione in Perù. È stato superiore provinciale, superiore generale, vescovo e cardinale, ma si è portato dietro tutta la sua esperienza missionaria. Si è presentato con mozzetta e stola, ma il suo discorso ha ripercorso e assunto il pontificato di Francesco. Ha scelto un nome ottocentesco, ma si tratta del Papa della Rerum Novarum. Che sia, in sostanza, un Papa di sintesi? Sì, con papa Leone siamo a cavallo!