Fare la Comunione a due a due

Comunione a due a due
Di Elekes Andor – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=46520386

Mi permetto di fare osservazione riguardo al modo in cui il nostro popolo, quando c’è un solo celebrante, si presenta a ricevere l’Eucaristia: in fila indiana. Oh, lo fanno con buona intenzione, per comportarsi educatamente con gli altri, di modo che se si trovano qualcuno affiancato si tirano indietro per lasciargli il posto e gli danno la precedenza: non sia mai che io passi avanti a qualcun altro… Ma non è così che ci si deve presentare: ci si deve presentare a due a due, come una famiglia, e non in fila per uno come aspettando di prendere una bibita ad un distributore automatico.

Non in fila indiana!

La riforma liturgica del Vaticano II, ponendo l’altare al centro, abolendo le balaustre, e mettendoci in cammino per ricevere il Corpo del Signore, non voleva certo che camminassimo in solitaria, sfilando uno dietro l’altro come formiche. Ci ha voluto come un popolo che cammina insieme in amicizia e familiarità, come i discepoli inviati a due a due dal Signore, fianco a fianco, come una famiglia che si muove unitamente. Altrimenti, meglio sarebbe se si ritornasse a fare la comunione inginocchiati tutti insieme intorno alla balaustra, come si faceva prima: almeno, si era tutti uniti, e non frammentati come tanti individui asociali che sfilano per fare la comunione da soli.

La fila indiana, se non è determinata da ristrettezze di spazio, ha un solo scopo: quello dei guerrieri nativi americani, appunto, che avanzavano ognuno ricalcando le orme di colui che lo precedeva, in maniera da far credere al nemico, se ne avesse individuato le orme, che il loro numero fosse parecchio inferiore a quello reale. Ma noi non abbiamo questo bisogno….

Mi consola aver trovato conferma in una parola tratta da una omelia di don Enzo Greco di felice memoria. Da meditare.

Fare la Comunione a due a due

(da un’omelia sull’Eucaristia di don Enzo Greco)

Ma, anche qui, conosciamo il gesto che facciamo al momento della comunione? Mi sia consentito dire che c’è l’abitudine un po’ strana di venire a fare la comunione in fila indiana. La liturgia ci insegna a venire camminando a due a due, ma quale è il significato di questo gesto? La vita è un cammino per cui la Comunione si riceve in piedi, in atteggiamento di camminare; sta a indicare il Viatico che ci accompagna nella via della vita. A due a due: perché non c’è comunione con Cristo senza amore verso il prossimo.

Gesù ha detto: «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, là io sono presente». Quindi fare la fila indiana per ricevere la comunione in senso individualistico è un andare fuori delle regole, togliendo questo significato profondo del «due a due», e stasera spero che sentiate che il «due a due» implica la comunione con Cristo.