
La comunicazione profetica può assumere varie forme.
a.- La forma principale è la parola viva.
b.- Alcuni profeti prediligono le azioni simboliche, prima o durante la predicazione (Isaia, Geremia, Ezechiele). A volte il simbolismo è costituito da eventi della vita dei profeti: la nascita dei figli, il celibato di Geremia, l’astensione dal lutto di Ezechiele.
c.- In certi casi le profezie non sono pronunciate a viva voce, ma consegnate direttamente ad uno scritto (Ez 40-48). Altre volte si ricorre ad entrambe le forme (Is 8,1; Ger 36,2 s.: «Prenditi un rotolo da scrivere e scrivi su di esso tutte le parole che io ti ho detto contro Israele e contro Giuda e contro tutte le nazioni, dal giorno in cui ti ho parlato, dai giorni di Giosia fino a questo giorno. Forse la casa di Giuda ascolterà tutta la sventura che io sto pensando di procurare loro e si ritrarrà ciascuno dalla propria via malvagia; così io potrò perdonare le loro iniquità e i loro peccati»; Ez 24,2).
Comunicazione profetica: le forme letterarie
La comunicazione profetica, quando è scritta, assume prevalentemente la forma poetica, con espressioni e immagini iperboliche.
Il passaggio da un tema all’altro avviene in modo brusco, senza che siano indicati i legami logici e cronologici. In qualche profeta, come Isaia, è visibile lo sviluppo delle idee per circoli concentrici. Mediante tale forma, un’idea viene ripresa più volte con l’aggiunta di sempre ulteriori arricchimenti e approfondimenti.
Forme letterarie della comunicazione profetica
Nei profeti si trovano tutte le tonalità della poesia biblica:
- l’epitalamio (Ger 33,11: «Voce di gioia e voce di letizia, voce di sposo e voce di sposa, voce di chi dice, portando sacrifici di lode nella casa del Signore: “Lodate il Signore degli eserciti, poiché è buono il Signore, poiché è eterna la sua misericordia!”»)
- la lamentazione funebre (Geremia)
- il canto sacrificale (Ger 33;11)
- il canto dei pellegrini al tempio (Is 2,3: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché c’istruisca nelle sue vie e camminiamo nei suoi sentieri»)
- l’inno (Is 42,10: «Cantate al Signore un cantico nuovo, la sua lode dai confini della terra; lo celebri il mare e ciò che lo riempie, le isole e i loro abitatori»)
- la preghiera (Ger 14,7 ss.: «Se le nostre iniquità testimoniano contro di noi, Signore, agisci a causa del tuo nome, perché si son moltiplicate le nostre ribellioni, contro di te abbiamo peccato. O speranza d’Israele, suo salvatore in tempo d’angustia, perché sei come un pellegrino nel paese e come un viandante che s’arresta solo a pernottare? Perché sei come un uomo smarrito, come un eroe che non riesce a salvare? Eppure tu sei in mezzo a noi, Signore, e il tuo nome su di noi s’invoca! Non abbandonarci!»)
- il canto penitenziale (Gioele 1,8-14: «Piangi, come fanciulla vestita di sacco, per il suo giovane sposo. Offerta e libagione son sparite dalla casa del Signore! Fanno lutto i sacerdoti, i ministri del Signore! La campagna è brulla, il suolo è in lutto: ché il frumento è devastato, il mosto non c’è più, l’olio è finito!… Cingetevi, fate lamentazioni, sacerdoti, urlate, ministri dell’altare! Venite, pernottate vestiti di sacco, ministri del mio Dio! E’ scomparsa dalla casa del vostro Dio offerta e libagione! Prescrivete un digiuno rituale, convocate un’adunanza; riunite gli anziani, tutti gli abitanti del paese nella casa del Signore vostro Dio e gridate al Signore!»)
- il motteggio (Is 14, 4 ss.: «tu proferirai questa satira contro il re di Babilonia e dirai: “Come è finito l’oppressore, è cessata l’arroganza!…”»)
- l’esortazione sapienziale
- il consiglio pratico (Ger 42,10 ss.: «Così dice il Signore, Dio d’Israele, al quale mi avete inviato per presentare la vostra supplica. 10 Se persistete a restare in questo paese, allora io vi costruirò e non vi distruggerò, vi pianterò e non vi strapperò, perché mi pento della sventura che io vi ho arrecato. 11 Non abbiate timore del re di Babilonia, dinanzi al quale avete avuto paura; non abbiate paura di lui, oracolo del Signore, perché io sarò con voi per salvarvi e per liberarvi dalle sue mani. 12 Io lo muoverò a pietà nei vostri riguardi, perché abbia compassione di voi e vi faccia restare nella vostra terra. 13 Ma se voi, non dando ascolto alla voce del Signore, Dio vostro, dite: “Non vogliamo restare in questo paese”, e 14 direte: “No, vogliamo andare nel paese d’Egitto, dove non vedremo più guerra né udiremo squillo di tromba né patiremo più la fame; là vogliamo abitare!”, 15 allora, o resto di Giuda, ascoltate la parola del Signore. Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Se voi veramente avete deciso di andare in Egitto e vi andate per dimorarvi, 16 la spada che voi temete vi raggiungerà là, nel paese d’Egitto, e la fame della quale voi vi spaventate, là in Egitto vi si attaccherà e là morrete… 19 Il Signore ha parlato contro di voi, o resto di Giuda: non andate in Egitto! Sappiate bene, io oggi ho testimoniato contro di voi. 20 Sì, voi avete messo in ballo la vostra vita quando voi mi avete inviato presso il Signore, Dio vostro, dicendo: “Intercedi per noi presso il Signore, Dio nostro, e tutto ciò che dirà il Signore, Dio nostro, riferiscilo a noi fedelmente e noi l’eseguiremo”»).