Ci eravamo chiesti: il disegno divino di pace troverà un’attuazione? Sì. La quarta parola chiave del rapporto creaturale fra l’umanità e gli animali è Comunanza. Un legame profondo e imprenscindibile ci unisce: formiamo, insieme, la Comunità del Sesto giorno, quello che con la nascita dell’umanità ha concluso la serie degli esseri viventi. La storia non è immobile, si sta muovendo e possiamo imprimerle anche un moto più giusto. Si sta muovendo verso il Settimo giorno, quello senza tramonto, quando Dio asciugherà ogni lacrima e farà nuove tutte le cose. Sta a noi costruire questo Settimo giorno, perché Dio potrebbe farlo senza di noi ma, come dice S. Agostino, Sermo 169, 11, 13: «Chi ha creato te senza di te, non ti giustifica senza di te».
Comunanza cosmica
Il cammino di salvezza delineato nella Bibbia va verso questa direzione. Lo afferma Isaia:
11 6 Il lupo dimorerà insieme con l’agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un fanciullo li guiderà.
7 La vacca e l’orsa pascoleranno insieme;
si sdraieranno insieme i loro piccoli.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
8 Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide;
il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.
In questa immagine visionaria, la pace ricomposta tra gli animali, predatori e prede, in cui il serpente è il tradizionale avversario dell’uomo, viene espressa la pace originaria di cui Dio ci chiama a ricomporre il disegno. E Romani 8 riprende questa aspirazione cosmica, in un contesto di resurrezione (11E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi):
19L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. 20La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza 21che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. 23Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Il cammino dell’uomo non è solitario in questo cosmo corruttibile ferito dal suo peccato, ma è compiuto con tutte le altre creature, che, esse pure, anelano in qualche modo alla liberazione dalla corruzione, inconsapevolmente e innocentemente: ma è l’uomo, se si fa guidare dallo Spirito di Dio, che deve essere artefice di questa liberazione.