
Chi sono i profeti? Innanzi tutto, chi non sono: i profeti non sono indovini, che predicono il futuro. Biblicamente, la parola ha un diverso significato, anche se talvolta i profeti fanno predizioni. Ma il concetto di profezia è un altro. Profezia è leggere la storia con lo sguardo di Dio: il passato, il presente, solo talvolta anche il futuro. Profezia è testimoniare questa lettura della storia agli altri… con la parola, ma non solo.
Quali sono i libri profetici?
Noi designiamo come “profeti” i libri che il canone ebraico chiama Profeti posteriori (Isaia, Geremia, Ezechiele, Dodici minori) con l’aggiunta di Daniele, che invece è un apocalittico. Ma dobbiamo sapere che i libri dei Profeti includono anche i Profeti anteriori (nella tradizione cristiana chiamati libri “storici”), da Giosuè a Re, perché sono ugualmente animati dall’intervento salvifico di Dio nella storia attraverso mediatori carismatici (condottieri, giudici, profeti, re).
Su questa linea, dunque, non dobbiamo porre uno stacco fra i libri profetici attribuiti a profeti “scrittori”, e i libri precedenti, nelle cui vicende già emergono come protagonisti profeti “non scrittori”.
I profeti nell’antichità biblica

Secondo la teoria di Wellhausen, il vero profetismo israelitico sarebbe sorto solo nell’ottavo secolo a.C. con Amos. Prima sarebbe esistito solo il profetismo estatico o nabismo, una forma di profetismo collettivo, nato al tempo di Samuele sotto l’influsso dei cananei.
Il moderno orientamento biblico contesta oggi questa teoria che presupponeva un’evoluzione per fasi di stampo hegeliano, ed evidenzia invece una tradizione biblica che afferma la continuità del profetismo da Abramo a Malachia.
Abramo, Mosè e Miriam
Già Abramo è detto “profeta” (Gn 20,7: «Ora restituisci la moglie di quest’uomo: egli è un profeta e pregherà per te, sicché tu conservi la vita»), perché gode dell’intimità di Dio, ne conosce gli intenti e viene esaudito nelle sue preghiere. Anche gli altri patriarchi condividono tale condizione.
Mosè, secondo Dt 34,10, è il più grande dei profeti, per la sua intimità con Dio, la sua parola autorevole e l’efficacia della sua preghiera di intercessione: «Non sorse più profeta in Israele come Mosè, che il Signore conosceva faccia a faccia». Nel popolo di Dio non sarebbe mai mancato chi avrebbe avuto questo dono, dopo Mosè: «Susciterò per loro un profeta come te, porrò le mie parole sulla sua bocca ed egli dirà tutto ciò che io gli ordinerò» (Dt 18,18). Dal contesto si deduce che non si tratta qui di un singolo profeta, ma di un’istituzione profetica stabilita da Dio per far conoscere di continuo ad Israele la rivelazione; l’interpretazione giudaica e cristiana sono di tipo messianico.
Maria, sorella di Mosè, è la prima donna che riceve il titolo di “profetessa” (Nevi’ah): «Maria, la profetessa, sorella di Aronne, prese in mano un tamburello, e dietro di lei uscirono tutte le donne con tamburelli e in cortei danzanti» (Es 15,20). Sette sono le profetesse secondo la tradizione giudaica: Sara, Miriam, Debora, Anna, Abigail, Hulda, Ester.
I Settanta Anziani
I settanta anziani scelti per coadiuvare Mosè nel governo sono rapiti in estasi profetica, come molti profeti ai primi tempi della monarchia (Num 11,17-29: «Io scenderò e là parlerò con te: trarrò dello spirito che è su di te e lo porrò su di loro. Porteranno così con te il peso del popolo e non lo porterai da solo…Mosè uscì e disse al popolo le parole del Signore. Radunò settanta uomini tra gli anziani del popolo e li fece stare intorno alla tenda. Il Signore scese nella nuvola e gli parlò: trasse dello spirito che era su di lui e lo diede ai settanta uomini anziani. Quando lo spirito si posò su di loro cominciarono a profetare, ma non continuarono. Ma due uomini erano rimasti nell’accampamento: uno si chiamava Eldad, il secondo Medad. Lo spirito si posò su di loro: erano tra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda; e cominciarono a profetare nell’accampamento…»).
Debora
Gdc 4,4 s. ricorda la profetessa Debora che giudica il popolo seduta sotto una palma; 6,8 ss. ricorda un profeta che rimprovera agli israeliti la loro infedeltà: «ed egli inviò loro un profeta che disse: “Così dice il Signore, Dio d’Israele: ‘Io vi feci uscire dall’Egitto, vi liberai dalla vostra schiavitù. Vi liberai dalle mani degli Egiziani e da quelle di tutti i vostri oppressori che cacciai davanti a voi, finché non vi detti la loro terra. Vi dissi che ero il Signore, Dio vostro, e perciò di non temere gli dèi degli Amorrei, nella cui terra voi abitate; ma voi non avete dato ascolto alla mia voce’”».
Un anonimo profeta
In 1 Sam 2,27-36, un profeta dichiara Eli e i suoi figli decaduti dalla loro funzione sacerdotale:
«Un uomo di Dio andò da Eli e gli disse: Così dice il Signore… “Certo! Io mi sono rivelato alla famiglia di tuo padre mentre era in Egitto sotto il dominio della casa del faraone, l’ho scelta fra tutte le tribù d’Israele come mio sacerdote per salire sul mio altare, offrire incenso, portare l’efod davanti a me e ho concesso alla famiglia di tuo padre tutti gli olocausti dei figli d’Israele.
Perché dunque disprezzate il mio sacrificio e la mia offerta che ho ordinato, e tu onori i tuoi figli più di me, ingrassandovi con la parte migliore di tutte le offerte d’Israele, mio popolo?
Perciò, oracolo del Signore, Dio d’Israele, io certo avevo detto che la tua casa e la casa di tuo padre avrebbero camminato davanti a me per sempre, ma adesso, oracolo del Signore, non sia mai!… Poiché io onoro quelli che mi onorano, ma quelli che mi disprezzano sono vilipesi. Ecco, verrà il tempo in cui stroncherò il tuo vigore e il vigore della casa di tuo padre, in modo che non ci sia un anziano nella tua casa. Vedrai, sempre tormentato, tutto il bene che sarà fatto a Israele. Nella tua casa non vi sarà mai più un anziano. Tuttavia non strapperò qualcuno dei tuoi dal mio altare per consumare i tuoi occhi e affliggere la tua anima, ma tutta la progenie della tua casa morirà nel fiore dell’età».
Samuele e il nabismo corporativo
Con Samuele inizia l’età dell’oro del profetismo, che durerà per tutto il periodo dei re. I profeti sono i difensori dello Jahvismo, minacciato dalle attrattive delle religioni politeiste. Contemporaneamente, il profetismo registra una forma nuova: mentre finora i profeti avevano agito isolatamente, ora si presentano in gruppo. È il nabismo corporativo, che fiorisce in due momenti:
Sec. XI a.C.
Al tempo di Samuele, schiere di fedeli si radunavano sotto la sua guida, partecipavano al culto e si abbandonavano a manifestazioni estatiche preparate da musiche e canti e accompagnate da gesti frenetici (1 Sam 10,5-12; 19,19-24).
Sec. IX a.C.
Al tempo di Elia ed Eliseo, compaiono confraternite di profeti, detti semiticamente figli dei profeti (1 Re 18-20; 2 Re 2). Sono vestiti con mantelli di pelo e conducono vita comunitaria, che ammette però il matrimonio, e ascetica, vivendo del proprio lavoro e di elemosina. Hanno frequenti contatti con Eliseo. Sono senza dubbio ferventi jahvisti, ma non sappiamo molto sulla loro attività specifica. Non risulta che facessero miracoli né che svolgessero attività profetica.
Questo nabismo si caratterizza in quanto collettivo, estatico e cultuale; si conosce nei secoli XI e IX, mentre si suppone temporaneamente estinto all’epoca di Davide e Salomone. Solo i libri delle Cronache suggeriscono di vederlo incarnato nei leviti-profeti del tempio di Gerusalemme. V. ad esempio 1 Cr 25,1 ss.: «Idutun, che profetava al suono delle cetre per celebrare e lodare il Signore».
2 Cr 20,14 ss.:
«Allora nel mezzo dell’assemblea lo spirito del Signore si posò su Acazièl, figlio di Zaccaria, figlio di Benaià, figlio di Ieièl, figlio di Mattania, levita dei figli di Asaf. Questi disse: “Voi tutti di Giuda, abitanti di Gerusalemme e tu, re Giosafat, prestate attenzione! Così vi dice il Signore: ‘Non temete e non lasciatevi intimorire davanti a questa grande moltitudine, perché la guerra non è cosa vostra, ma di Dio’. Domani scendete contro di loro…”».
Queste cerchie profetiche affiancarono l’opera di Samuele e di Elia ed Eliseo ed osteggiarono il culto di Baal patrocinato dal re Acab.
Anche in questo periodo non mancarono mai i profeti individuali, alcuni dei quali possono essere appartenuti a queste associazioni. Ricordiamo i consiglieri regali Natan e Gad per Davide, Ahia per Salomone, Semeia per Roboamo. Oltre ad Elia ed Eliseo, sono ricordati altri come un certo Michea (1 Re 22), e Zaccaria figlio di Joiada (2 Cr 24,20 ss.).
Con Amos (sec. VIII) inizia l’epoca classica del profetismo (profeti scrittori).
I profeti scrittori: suddivisione

I profeti “scrittori” si suddividono secondo tre criteri:
- Cronologico (prima, durante o dopo l’esilio del 586 a.C.)
- Geografico (Regno del Nord o Regno del Sud)
- Di lunghezza del loro testo (Maggiori e Minori).
Cronologia | Prima dell’esilio | Durante l’esilio | Dopo l’esilio |
Nord Sud | Sud | Sud | |
Maggiori | Del Sud Isaia (VIII sec.) Geremia (VII / VI sec.) | Ezechiele (VI sec.) Deutero-Isaia (VI sec.) | Trito-Isaia (VI / V sec.) |
Minori | Del Nord Amos Osea (VIII sec.) | ||
Del Sud Michea (VIII sec.) Sofonia (VII sec.) Abacuc Nahum (VII sec.) | Aggeo Zaccaria (VI sec.) Abdia Malachia Giona (VI / V sec.) Gioele (V / IV sec.) Deutero-Zaccaria (V / II sec.) |