
Chi ha inventato la gattaiola? Sarà una banalità, ma la porticina che permette il facile passaggio del gatto tra casa ed ambiente esterno fa parlare di sé. Leggo su un sito che si occupa di animali che nel portale della cattedrale di Exeter (Devon, Regno Unito) ci potrebbe essere la gattaiola più vecchia del mondo, risalendo tale porta a più di 400 anni fa.
Il foro che permette il passaggio dei gatti fa capo ad una cavità in cui si trova un grande orologio. Secondo gli studi di Diane Walker, storica della cattedrale, lo spazio interno era stato scavato nel 1376 per installare l’orologio, ma i topi erano attratti dal grasso usato per la lubrificazione del meccanismo. Un vescovo aveva perciò fatto praticare il foro per permettere al suo gatto di catturarli. Questo sarebbe avvenuto dopo il 1598, quando arrivò ad Exeter il vescovo Cotton: esiste un documento attestante un pagamento di otto pence per un falegname che venne a praticare il taglio. Ma altri documenti mostrerebbero che i gatti erano già sul libro paga della cattedrale. Fra il XIV e XV secolo si trovano sui registri della cattedrale pagamenti di 13 pence e talvolta di 26 pence per il gatto: i gatti erano due, o era uno che faceva gli straordinari? (Fonte: https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/09/16/news/gattaiola_piu_vecchia_mondo_scoperta_inghilterra-414559987/).
La Madonna della Gattaiola

Ma è veramente quella la più antica attestazione dell’esistenza di una gattaiola? Se veniamo più vicini a noi, e precisamente a Montemerano, frazione di Manciano in provincia di Grosseto, nella chiesa di San Giorgio possiamo ammirare niente meno che la Madonna della Gattaiola! Si tratta di un dipinto risalente alla metà del XV secolo, di artista locale noto come Maestro di Montemerano. L’opera, tardo gotica con superficiali influssi rinascimentali, rappresenta l’Annunziata: verosimilmente era completata da un corrispettivo Angelo annunciante andato perduto. Ma non si chiama Vergine dell’Annunciazione: è conosciuta come Madonna della Gattaiola perché la parte inferiore destra presenta un foro circolare che permetteva il passaggio dei gatti attraverso la porta sulla quale è dipinta.
La gattaiola e la legge di gravità

Insomma, chi ha inventato la gattaiola? La gattaiola potrebbe essere costituita da un semplice foro, ma nella sua forma più completa e oggi diffusa è munita di uno sportellino basculante che si richiude dopo il passaggio dell’animale. La chiusura avviene grazie alla forza di gravità.
E qui entra in ballo niente meno che sir Isaac Newton (1642 – 1727). Lo scopritore della legge della gravitazione universale, infatti, pare avesse un gatto che continuamente con i suoi andirivieni interrompeva i suoi studi perché voleva entrare o uscire a qualsiasi ora. È evidente, ad ogni coinquilino di gatto (dire padrone sarebbe improprio), che i gatti non sopportano le porte chiuse. Esasperato dal viavai del micio, Newton risolse il problema inventando la gattaiola. Secondo la leggenda, lo scienziato aveva una motivazione supplementare: il suo gatto, aprendo la porta e facendo entrare la luce, continuava a rovinare i suoi esperimenti con elementi fotosensibili. Perciò praticò un buco nella porta e lo coprì con un panno per far passare il micio ma non la luce. Il gatto, attraversandolo, scostava il telo, che subito dopo si richiudeva da solo.
Anzi, di Newton si racconta anche che avrebbe realizzato due buchi nella porta della sua stanza del Trinity College, uno più piccolo per i gattini e un altro, più grande, per la gatta. Il matematico John MF Wright, uno studioso del Trinity College, notò circa un secolo dopo: «sia che questo resoconto sia vero o falso, è indiscutibilmente vero che fino ad oggi ci sono sulla porta due buchi tappati delle vere e proprie dimensioni per le rispettive uscite di gatto e gattino». A quanto si dice, oggi questi due fori sono chiusi per preservare l’odierno riscaldamento centrale; uno grande e uno piccolo. Tuttavia vi è chi, in base alla tradizione relativa allo scienziato, ritiene poco verosimile la presenza di animali, cani o gatti, nella camera di Newton.
La gattaiola nei Canterbury Tales e alla corte degli Estensi

Inoltre la gattaiola è menzionata già nei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer alla fine del XIV secolo. All’interno del Miller’s Tale, il foro per gatti viene utilizzato da un servitore per sbirciare in una stanza. Nel racconto, un servitore, i cui colpi su di una porta rimangono senza risposta, usa il buco per sbirciare: «Trovò un buco, in fondo al bordo / da cui il gatto era solito strisciare, / E guardò nella profondità del buco, / E alla fine lo vide».
Qui però non si capisce se il foro nella porta fosse stato creato deliberatamente a beneficio del gatto oppure soltanto già esistente e sfruttato a tale scopo.
Altri attribuiscono l’invenzione della gattaiola a Ercole d’Este (1431-1505), duca di Ferrara dal 1471. Fu il mecenate di Ludovico Ariosto e di altri poeti. Ma di lui si ricorda anche che «amava i suoi gatti, per i quali installava sportelli nelle pesanti porte di legno del castello ducale» (Mary Hollingsworth, Il cappello del cardinale, ABRAMS Press 2006, p. 8).
Chi ha inventato la gattaiola?
Che dire? Chi ha inventato la gattaiola? Probabilmente la gattaiola è stata inventata… dai gatti: per entrare e uscire dai grani ove fare le loro prede, i gatti, fin dall’antico Egitto, avranno sicuramente utilizzato dei fori fra le travi delle porte, suggerendo così agli umani di praticarne altri sempre più funzionali. Infatti, dalla gattaiola possono entrare anche intrusi come altri gatti, cani di piccola taglia e animali selvatici, come volpi e procioni. Anzi, esageriamo: guardate QUI cosa porta in casa questo gatto!
L’ultima trovata per risolvere il problema è il lettore di microchip, che consente solo al gatto di casa l’ingresso nell’appartamento. A questo il nostro gatto non c’era arrivato.