
Ma che mare… impensabile, per chi viene a Piombino attraversando, come succede in treno, o costeggiando, come accade in auto, la zona industriale della città. Città dell’acciaio, si sarebbe potuta chiamare nell’ultimo secolo della sua vita: per questo aspetto, vedere QUI.
Ma Piombino non conta cento anni di storia, ne conta almeno mille, quando nacque, erede dell’antica, decaduta Populonia, intorno al monastero di S. Giustiniano, verso il 1022, col nome di porto Falesia. Il piccolo borgo nacque come porto di mare, e il mare non lo ha mai dimenticato, anche perché dal Duecento fece parte della Repubblica marinara di Pisa e poi, da Stato autonomo (Signoria dal 1399, poi Principato dal 1594), mantenne sempre la propria situazione strategica di punto di controllo del Tirreno settentrionale. Le fortificazioni furono oggetto di una ristrutturazione su progetto di Leonardo da Vinci.
Che mare…

A partire da fine Ottocento, l’industria si è mangiata un’ampia porzione del territorio, quella orientale, compresa una parte costiera. Ma il centro storico si è preservato quasi intatto, molto pittoresco, affacciato su una costa bellissima con vista sull’arcipelago toscano.

Poi, negli anni Venti del Novecento, sulla punta estrema del Promontorio (perché Piombino sorge sull’omonimo promontorio, circondata su tre lati dal mare), fu costruita una piazza assai suggestiva, una terrazza naturale dentro il mare, sfruttando la forma degli scogli sottostanti che la fecero divenire un piccolo Stivale italiano.

Vedete come l’apparenza (il guscio esterno) può ingannare?