C’è un tempo per ogni cosa

C'è un tempo per ogni cosa. Parola di Qoheleth, qui nei panni di Salomone nell'incisione di Gustave Doré
Gustave Doré, Salomone

C’è un tempo per ogni cosa, c’è un tempo per la guerra e un tempo per la pace, direbbe il Qoheleth. Questo è il tempo della guerra.

Qoheleth: c’è un tempo per ogni cosa

Manoscritto dell'Ecclesiaste con incipit miniato
Antico manoscritto dell’Ecclesiaste. Incipit miniato

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Dopo l’osservazione delle leggi della natura con i loro sempre uguali ritmi e ritorni, il Qoheleth passa ad osservare se ci siano leggi che regolano la condizione umana. Le 14 coppie di opposti (3,1-8) esemplificano tutto quello che all’uomo accade sotto il sole, ogni cosa a suo tempo, in una successione continua. Il numero 14 indica infatti simbolicamente tutte le situazioni possibili.

Il testo

3 1Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
2C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
3Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
7Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Come c’è una legge della natura per cui ogni cosa, a suo tempo, va al proprio posto, c’è per l’uomo una legge dei momenti di cui però non si comprende la logica. Nella realtà della vita esistono la nascita, la gioia, la danza, l’amore, la pace, ma esistono anche la morte, il pianto, il lutto, l’odio, la guerra.

Questo non significa certo che si debba odiare, fare la guerra e uccidere! Il Qoheleth è profondamente realistico: il mondo dimostra di essere fatto così. Sono le cose che accadono sotto il sole. Quella che il Qoheleth fa è la descrizone dei fatti.

Il succedersi dei momenti non dipende però da un cieco caso, ma dal volere imperscrutabile di Dio che lo permette (cfr. 3,17). L’uomo non è il padrone della propria storia, ma neppure è un fuscello in balìa di un cieco determinismo.