
Catechesi dal vivo: si può fare?
Bambini e ragazzi hanno bisogno di toccare con mano, di fare, perché l’esperienza è maestra di vita, ma anche di conoscenza. Oggi poi si rivela sempre più difficile comunicare per via di astrazioni, tanto più che l’uso del linguaggio verbale, se non per esprimere le realtà più semplici, è divenuto arduo, e la memoria è molto labile, se legata solo alle parole ascoltate. L’esperienza diretta invece continua ad essere un ottimo strumento di formazione. Con la crescita, il bisogno di passare dal “fare” per giungere alla comprensione diminuisce, ma non sparisce.
Quello che vale per la scuola, si può applicare anche nella catechesi, anche se la catechesi, veramente, scuola non è. Per questo, in un sabato pomeriggio di ottobre, i bambini del catechismo e i lupetti del Piombino 2 hanno “invaso” la chiesa dell’Immacolata di Piombino per imparare a conoscerla meglio.
Conoscerla, cioè, nei suoi elementi fondamentali: l’ambone e il coro, per la liturgia della Parola; la sacrestia, l’altare e il tabernacolo, per la liturgia eucaristica; il fonte battesimale e il confessionale per la vita sacramentale.
Ed ecco perché i catechisti hanno avuto tra l’altro l’idea di costruire in cartone una riproduzione del tabernacolo della chiesa, per metterlo a disposizione dei ragazzi e permettere loro di osservarlo, manipolarlo, costruirlo. C’erano anche i personaggi: Gesù, Mosè, gli angeli, l’evangelista Matteo, Dio Padre!
Catechesi dal vivo: in sintesi
Ecco quindi, con una carrellata di immagini, una sintesi dell’attività.






Buon proseguimento, ragazzi!