
Una cappella intitolata a Sant’Antonio Abate viene costruita nel 1441, presso il Letto di S. Francesco. La fa costruire un condottiero, Pietro Orsini, all’epoca Capitano del popolo di Firenze. Ecco come la storia della Verna si intreccia con le vicende del secolo.
1440: Niccolò Piccinino invade il convento

Il capitano Niccolò Piccinino invade con le sue milizie il convento (così affermano Mariano e gli storici successivi). Al conte Francesco dei Guidi di Poppi, che lo invita a svernare su quelle alpi, il condottiero risponde che i suoi cavalli non mangiavano sassi (Machiavelli, Istorie fiorentine V, Le Monnier, Firenze 1857, p. 257; C. Beni, Guida p. 281).
Niccolò figlio di Francesco si era guadagnato il cognome di Piccinino, che trasmise ai suoi discendenti, perché arruolandosi in giovanissima età (12 anni) era il più piccolo di tutti i suoi commilitoni, gli uomini d’arme di Bartolomeo da Sesto. Passò poi al servizio di Braccio da Montone, e servì il duca di Milano Filippo Maria Visconti. Combatté nella battaglia di Maclodio (1427) contro il Conte di Carmagnola. Ricordate? S’ode a destra uno squillo di tromba…
Durante la guerra tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, il Piccinino continuò a militare per Filippo Maria Visconti in Lombardia, finché il duca lo inviò in Toscana per cercare di far ritirare ai fiorentini le truppe mandate in aiuto ai veneziani. Il 29 giugno 1440 nella piana di Anghiari l’esercito del duca, guidato dal Piccinino, venne travolto dai fiorentini comandati da Micheletto Attendolo e Pietro Giampaolo Orsini. L’intervento dell’Orsini risulterà risolutivo. Leonardo da Vinci immortalerà lo scontro nel perduto affresco della battaglia di Anghiari.
1440: guarigione miracolosa di Pietro Orsini
Pietro GiovanPaolo Orsini di Roma, condottiero e capitano generale di Firenze, vincitore della battaglia di Anghiari, si trova gravemente malato per il rattrappimento delle membra. Si fa distendere sul Letto di S. Francesco, e dopo una breve e intensa preghiera recupera istantaneamente la salute (Mariano c. 10, p. 42 s.). Guardiano della Verna è F. Angelo da Civitella di Arezzo (Mariano p. 104 s.)
1441: costruzione della cappella di Sant’Antonio Abate
Riconoscente per la guarigione ottenuta, Pietro Orsini fa costruire presso il Letto di S. Francesco una cappella che viene intitolata a Sant’Antonio Abate per la speciale devozione che la popolazione dei dintorni nutre nei confronti di tale santo (Mariano p. 42 s.). La cappella non è più esistente perché demolita dopo essere stata rovinata dai terremoti del 1917-1918.
Secondo gli storici, sulla porta fu apposto lo stemma gentilizio degli Orsini con la seguente iscrizione:
Hoc opus fecit fieri Petrus Ioannis Pauli de Ursinis de urbe, olim Capitaneus Generalis populi Florentini.
Purtroppo di tutto questo non è rimasto niente, e non esiste alcuna immagine che ce lo raffiguri. Una parte della Verna che è andata perduta.
Se foste saliti alla Verna…
Se foste saliti alla Verna negli anni dopo il 1441, avreste ormai potuto pregare in vari luoghi del santuario. Avreste potuto accedere, oltre che alla chiesina di S. Maria degli Angeli e al polo di preghiera della scogliera delle Stigmate, anche alla cappella della Maddalena e del Cardinale, forse all’oratorio del B. Giovanni, sicuramente ai suggestivi luoghi del Sasso Spicco e del Letto di S. Francesco e nei pressi di quest’ultimo alla nuova cappella di S. Antonio Abate. Ma se foste saliti alla Verna 500 anni dopo quest’ultima non l’avreste trovata più, demolita dopo i terremoti del 1918… Peccato.