Camminare insieme… Alla Verna

La grande croce sul Quadrante

Camminare insieme. Questo è il senso del XIX corso biblico, tenuto alla Verna dal 23 al 26 agosto, come di quelli che lo hanno preceduto. Anche la XIX edizione del corso alvernino “Conoscere la Bibbia Oggi” è stata per i partecipanti un’occasione simpatica per familiarizzare approfondendo alcune tematiche scritturali. Da tutta Italia sono venuti, veterani della prima ora ed esordienti dell’ultimo momento, per affrontare i testi biblici e consolidare, organizzare, elaborare la propria conoscenza della S. Scrittura.

La XIX edizione

Il corso di quest’anno verteva sui cosiddetti midrashim biblici, ossia su un gruppo di libri dell’Antico Testamento che pur narrando una “storia” non sono di carattere propriamente storico, ma si potrebbero piuttosto definire, con gli occhi di oggi, romanzi edificanti: Rut, Ester, Tobia, Giuditta, con l’aggiunta del libro di Giona, tutti accomunati dalla presenza problematica dello straniero. Talvolta è lo straniero ad essere presente ed accolto in Israele, come nel caso di Rut la moabita o di Achior appartenente all’odiato popolo ammonita. Talaltra è Israele ad essere straniero in terra d’esilio o di diaspora; nel caso di Giona, è il profeta israelita ad essere mandato a predicare la salvezza agli stranieri in una terra straniera e peccatrice, quella di Ninive la grande città cattiva. L’esito è sempre lo stesso: la salvezza è per tutti, e la misericordia di Dio non ha confini.

Un altro elemento comune a questi piccoli, preziosi libri è il tema del cammino, del viaggio: quanti chilometri vengono macinati dai protagonisti!

Libri di viaggio

Viaggi di terra: I midrashim biblici

Rut arriva a Betlemme e “per caso” spigola nel terreno di Booz.
Distant Shores Media/Sweet Publishing, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18884805

Rut e Noemi dalla terra di Moab “tornano” a Betlemme – Casa del Pane: anche noi dobbiamo sempre tornare (una delle parole chiave del libro) a nutrirci a Betlemme, da cui esce la salvezza. Al contrario,

Ester e il suo tutore Mardocheo sono sradicati dalla loro terra per divenire immigrati nella terra d’esilio, Susa, dove come una sorta di Cenerentola biblica la povera fanciulla orfana e straniera diventerà nientedimeno che regina di un vasto impero e sarà nella condizione di salvare, pur a rischio della propria vita, il popolo di Israele dal primo genocidio che mai si sia profilato per esso.

E quanto cammina Tobia, senza sapere di essere accompagnato da un angelo, nel suo viaggio verso una città lontana, dove troverà provvidenzialmente la sposa della sua vita!

Mentre nel libro di Giuditta è la colossale macchina bellica “assira” di Nabucodonosor ed Oloferne (con un altrettanto colossale errore storico, se volessimo leggere il libro come un vero e proprio pezzo di storia) che si muove come una valanga travolgendo tutto sino ad arrivare ad un luogo piccolissimo ma imprescindibile per difendere l’integrità di Israele, di Gerusalemme e del tempio: Betulia, etimologicamente la città della Vergine. Ma qui saranno determinanti i pochi passi di Giuditta, nel suo drammatico cammino verso l’accampamento di Oloferne, per sconfiggere come un nuovo piccolo David un nuovo gigantesco Golia: Dio si serve di armi deboli e talvolta insospettabili per abbattere la superbia dei grandi della terra. Tradotto con una immagine coniata da C.S. Lewis, può essere che una pietra cambi il corso di un fiume…

Un viaggio di mare: Giona

Giona, controvoglia, predica la conversione ai niniviti. Incisione di Gustave Doré

Infine, gli ultimi (moltissimi) chilometri li abbiamo fatti per mare, in compagnia di Giona il profeta renitente che non vuole che gli odiati stranieri si convertano e vengano perdonati: li vuole, semplicemente, morti! Per cui fuggirà per mare illudendosi di sottrarsi alla presenza di Dio; sarà recapitato a destinazione nel ventre di un grande pesce (la natura intera è al servizio del Signore di tutta la terra); avrà la rabbia di assistere alla conversione e al perdono dei niniviti; infine, riceverà una bella lezione interattiva dalla pedagogia divina, che gli farà toccare con mano come la misericordia di Dio non possa essere contenuta da alcun confine.

Diario di bordo

E noi? Noi siamo stati, come sempre, molto seduti fisicamente in questo viaggio virtuale e spirituale, per quattro giorni, nella sala S. Chiara in cui si sono tenuti gli incontri, in basilica dove abbiamo partecipato all’intensa liturgia conventuale (un video QUI, con la musica di Angelo Branduardi), nel refettorio della foresteria dove abbiamo avuto momenti conviviali.

Però abbiamo fatto anche noi un piccolo cammino muovendoci all’interno del grande santuario, dalla parte più recente – seicentesca – del chiostro S. Chiara, fino agli anni Cinquanta del Novecento “chiostro delle stalle”, per arrivare camminando a ritroso nel tempo fino al nucleo più antico ruotante sul polo della chiesina degli Angeli (1250) e su quello rappresentato dalla scogliera delle Stigmate (dove le costruzioni più antiche sono del 1263). Poi c’è chi è andato sul Monte Penna (1283 metri sul livello del mare) e/o ha fatto altre escursioni: beata gioventù! La natura è un altro libro che parla della bellezza e della grandezza di Dio.

Il Chiostro della cisterna, 1474
Il Chiostro Vasariano, 1539

L’anno prossimo… alla Verna!

Ogni anno che passa – e non succede solo a me – mi dispiace sempre di più lasciare questa gente, quando ci salutiamo. Appuntamento al prossimo anno con il libro di Daniele. Vi riporto le date dei corsi biblici secondo il calendario concordato:

12 – 14 maggio, Tre Giorni biblica: “Il terzo giorno, secondo le Scritture”

23 – 27 luglio, Conoscere la Bibbia Oggi: “Verso la terra promessa” (Levitico, Numeri, Deuteronomio)

21 – 26 agosto, Conoscere la Bibbia Oggi (XX edizione!): “Daniele e l’apocalittica”

Nei giorni in cui siamo stati insieme abbiamo ricordato anche le persone che hanno partecipato con interesse ad edizioni precedenti ma poi, per ragioni di famiglia e spesso di salute, hanno dovuto interrompere (spero momentaneamente) la frequenza: saluto tutti con affetto.

Però mi rivolgo anche a coloro che alla Verna non sono mai stati. L’anno prossimo… alla Verna!