Buon Natale con i personaggi del Presepe

Buon Natale con i personaggi del Presepe! Ma quali? Tra loro talvolta compaiono creature davvero strane e fuori luogo, se si volesse stare alla storia. Ma io qui voglio fare i miei auguri limitandomi ai personaggi plausibili: hanno qualcosa ancora oggi da dirci? Ci possiamo in qualche modo identificare con loro?

Gli animali del Presepe

Inizio dai più umili, gli animali del Presepe: le pecorelle, l’asino, il bue. Sì, non sono menzionati nei Vangeli, ma la loro presenza è possibile e probabile. Del resto, non era concepibile la vita di una famiglia umana senza che fosse circondata dai tanti animali che all’epoca la aiutavano a vivere: l’asino e il bue, il binomio indispensabile che assicurava la possibilità di lavorare; il gregge, elemento fondamentale di una economia di semplice sussistenza. Che cosa sarebbe l’umanità senza gli animali? E che cosa possiamo imparare da loro? La pazienza, senz’altro; il vivere alla giornata, certamente; l’essere se stessi senza camuffamenti in ogni momento della vita; la fedeltà e la bontà, sicuramente molto più di quanto noi uomini facciamo intravedere…

La Sacra Famiglia

Non ci sarebbe il Presepe se non ci fossero loro, i due Santi Sposi e il loro Bambino. Possiamo senza sforzo pensare di ispirarci a San Giuseppe, umile testimone rispettoso di eventi tanto più grandi di lui, tutore di un Figlio che non è suo figlio e di una Sposa che non è sua sposa (non nel senso in cui lo intendiamo noi), emblema di accoglienza che sfida anche le convenzioni pur di accogliere il Mistero nella sua vita, nella persona di un Bambino che ha bisogno di una famiglia…

Possiamo con maggiore difficoltà percorrere le orme di Maria, la Donna del Sì, questo ossimoro di verginità feconda e di maternità vergine. Come si potrebbe pensare di essere Madre di Dio? Ma San Francesco ci dice che è possibile partorire Cristo negli altri: «Siamo madri, quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio».

E il Bambino? Dio e uomo, secondo la fede cristiana? Dio altissimo, ha unito in sé la carne umana; eterno, si è confinato nel tempo; perfetto, si è umiliato nelle nostre fragilità; Unigenito, si è fatto nostro fratello – sì, lo possiamo seguire.

I pastori

Luca mette nel Presepe i pastori, screditati lavoratori di un mestiere meschino. Niente di poetico, al tempo di Gesù, nella figura del pastorello, così tenera per noi: i pastori venivano considerati inosservanti della legge ed esposti ad ogni tentazione, per cui la loro testimonianza in tribunale era giudicata inattendibile, pensate un po’… e il Cielo li sceglie come testimoni dell’evento! La loro umile condizione li assimila quasi al livello delle bestie che custodiscono, eppure sono beneficiari di un’annunciazione celeste e di cori angelici… Sì, c’è da imparare da questo mondo degli umili e degli emarginati.

I Magi

Ma quelli che ho scelto per questi auguri di Natale sono i Magi, nel Vangelo di Matteo misteriosi pellegrini alla ricerca di Dio. Sono sapienti, sono ricchi, portano ricchi doni, ma sono poveri di Dio e tentano di colmare questa povertà cercando nel grande libro della Natura colui che può saziarli. Nomadi della fede, sono emblema dell’uomo in ricerca, che vaga per ogni suo sentiero cercando ciò che può colmare la propria sete di Infinito. E se mi chiedete che cosa mai rappresenti la sete, vi rispondo, con Franz Werfel: «La sete dimostra la sicura esistenza dell’acqua»!

Buon Natale!