
Buon compleanno capitano Kirk!
Ma si può augurare buon compleanno a un personaggio immaginario? In questo caso il personaggio diventa reale nel suo interprete principale, William Shatner, che compie gli anni davvero il 22 marzo, ormai 94enne, essendo nato nel 1931… come il suo partner di scena Leonard Nimoy, il signor Spock, che però è già dipartito da anni.
Sto parlando di Star Trek, naturalmente. Del cast principale originario (la serie è andata in onda dal 1966 al 1969) sono ancora in vita i due più giovani, George Takei (88 anni) che interpretava il timoniere Hikaru Sulu, e Walter Koenig, pensate un po’, il giovane russo Pavel Cecov… 89 anni! Ma sopravvive anche l’indistruttibile 94enne William Shatner, il capitano Kirk. Il quale ha un primato: è l’unico membro fantascientifico di un equipaggio di astronave che – a differenza di tutti gli altri – nello spazio c’è stato davvero!
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«Dove nessun uomo anziano è mai giunto prima»
Shatner infatti ha registrato nel 2021, a 90 anni suonati, il record di essere il più anziano uomo andato nello spazio: era un viaggio suborbitale, a soli 100 km dalla Terra, veramente, per pochi minuti, e tuttavia in quello che è spazio esterno al nostro pianeta. Così, ha finalmente conseguito un primato: almeno, quello di essere arrivato «dove nessun uomo anziano è mai giunto prima».
La sua è stata un’esperienza desiderata ma non, a quanto ha riferito, piacevole: come ha confidato in un libro, quando ha volto lo sguardo verso lo spazio
“non c’era mistero, né maestoso timore reverenziale da contemplare… Tutto ciò che ho visto è stata la morte. Ho visto un vuoto freddo, scuro, nero. Era diverso da qualsiasi oscurità che puoi vedere o sentire sulla Terra. Era profondo, avvolgente, totalizzante. Mi sono voltato verso la luce di casa. Riuscivo a vedere la curvatura della Terra, il beige del deserto, il bianco delle nuvole e l’azzurro del cielo. Era la vita. Nutrire, sostenere, vita. Madre Terra. E la stavo lasciando. Tutto quello che avevo pensato era sbagliato. Tutto ciò che mi aspettavo di vedere era sbagliato”.
“Avevo pensato che andare nello spazio sarebbe stata la catarsi definitiva di quella connessione che avevo cercato tra tutti gli esseri viventi, che essere lassù sarebbe stato il prossimo bellissimo passo per comprendere l’armonia dell’universo. Avrebbero dovuto mandare un poeta. Io ho avuto un’esperienza diversa, perché ho scoperto che la bellezza non è là fuori, ma qui sotto, con tutti noi. Lasciarmela alle spalle ha reso il mio legame con il nostro piccolo pianeta ancora più profondo”.
Insomma: spazio sì, ma si sta meglio sulla Terra…