
Sconcertati ma obbedienti, in Atti 1,12-14 i discepoli rientrano a Gerusalemme e si raccolgono in un luogo appartato, attendendo quello Spirito promesso dal loro Signore.
Il katályma
Tradizionalmente, la stanza in cui i discepoli si riuniscono nell’attesa è identificata con il Cenacolo, data la precisazione di “stanza al piano superiore” (anágaion) con cui già il Cenacolo era stato qualificato sia da Marco 14,15 che da Luca 22,12. Particolare degno di nota: in Lc 22,11 il Maestro chiede ai discepoli di domandare al padrone di casa dove sia il katályma in cui poter mangiare la Pasqua con i discepoli.
Ora, il katályma era precisamente, nel Vangelo dell’Infanzia di Luca, quel luogo a cui Maria non aveva potuto accedere con lo sposo per poter partorire il Figlio con agio: nel katályma, luogo di accoglienza umana, la famigliola non aveva trovato ricetto e la Natività era avvenuta in un luogo da bestie, come si può affermare data la presenza di una mangiatoia.
Adesso, al capolinea della sua vita terrena, Gesù è finalmente accolto in un katályma, una grande e bella sala arredata con tappeti o divani, ed è lì che celebrerà la Pasqua eucaristica; è lì che sarà per sempre presente ai suoi, raccolti nella liturgia del Pane e del Calice. Sarà lì, presumibilmente, che scenderà lo Spirito a formare la Chiesa.
La stanza al piano superiore
La Scrittura non afferma esplicitamente che questi due eventi, l’Ultima Cena e la discesa dello Spirito, siano avvenuti nello stesso luogo. In verità il testo greco usa due vocaboli diversi, ancorché sinonimi, per indicare i due luoghi:
- anágaion per il luogo dell’Ultima Cena
- e hyperōon («[luogo] superiore») per il luogo riferito alla Pentecoste.
Girolamo però li traduce entrambi in latino con cenaculum. Allo stesso modo una antica tradizione siriaca, riportata nella Didascalia apostolorum del sec. III, usa lo stesso termine per indicare sia il luogo dell’Ultima Cena che quello della Pentecoste. La tradizione che identifica i due luoghi era, quindi, molto antica.
Ma, al di là dell’identificazione fisica con una stanza, il katályma di cui parla Luca, la stanza superiore dove Gesù si era raccolto con i suoi discepoli, e dove i suoi discepoli si raccolgono forti dell’esperienza del Risorto, è un luogo interiore, quello in cui risiede l’intelligenza spirituale che permette di riconoscere la Presenza nella nostra vita, il luogo in cui, come scrive Alano di Lilla, l’uomo “mangia insieme a Dio”.