
Sei versetti soli sono dedicati a raccontare l’avvenimento più importante di tutto l’Antico Testamento (24,3-6). Quelli dell’Istituzione eucaristica saranno anche meno: l’importanza di un evento non si misura dal numero di parole che lo esprimono o dalla lunghezza di un testo…
La celebrazione dell’alleanza
La celebrazione dell’alleanza si compie in un insieme di azioni rituali, sobrie ed arcaiche.
- Mosè espone al popolo la Legge (Toroth).
- Il popolo risponde: “Tutte le parole che il Signore ha detto, noi faremo”.
- Mosè scrive le parole e costruisce un altare con 12 stele.
- I giovani (o servitori) offrono olocausti e sacrifici pacifici: non c’è ancora una classe sacerdotale. Il sangue viene diviso da Mosè a metà, con una parte asperge l’altare (che rappresenta Dio) e con l’altra il popolo, dicendo:
“Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole”.
Questo sangue rappresenta la comunione di vita fra Dio e il popolo.
- Il popolo ripete la formula di assenso, dando la sua risposta libera alla iniziativa di Dio: “Tutto quello che ha detto il Signore lo faremo e lo ascolteremo”.
Questo rito arcaico non sarà più ripetuto, ma l’alleanza sarà sempre rinnovata, ripensata, ripresa in rapporto a situazioni nuove, così come sempre nuovo è l’amore. Non è un’istituzione ma una ricerca costante dell’Altro, una invenzine instancabile, il contrario dell’abitudine.
Mosè la rinnoca in Moab, Giusuè in Sichem. Davide e i profeti sono altri esempi di ripresa del tema dell’alleanza.
Mt 26,27 (seguendo Mc 14,24) riprende proprio il testo arcaico di Es 24:
“Questo è il sangue dell’alleanza, che sarà sparso per molti in remissione dei peccati”.
1 Corinti 11,23 ss. e Lc 22,20 riprenderanno invece Ger 31,31: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue”.
Il nuovo sangue, segno di comunione con Dio, non è più quello delle molte vittime dei sacrifici antichi, ma il sangue di Gesù, non più asperso ma offerto in nutrimento a formare l’alleanza della comunità con Dio e la comunione reciproca di tutti:
“Chi mangia la mia carne e beve il suo sangue ha la vita eterna. Dimora in me ed io in lui” (Gv 6,54ss.).