Lettura continua della Bibbia. «Bella come la luna…» (Cantico 6,4-7,9)

«Bella come la luna»
Lo Sposo mostra alla Sposa la sua terra. CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=60879719

Questo passo contiene una nuova, doppia lode della bellezza della ragazza, prima dalle chiome al volto, poi dai piedi alle chiome. Nessuna è come lei.

«Bella come la luna…» (6,4-7,10)

6 4Tu sei bella, amica mia, come Tirza,
leggiadra come Gerusalemme,
terribile come schiere a vessilli spiegati.
5Distogli da me i tuoi occhi:
il loro sguardo mi turba.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
6I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno.
Tutte procedono appaiate
e nessuna è senza compagna.
7Come spicchio di melagrana la tua gota,
attraverso il tuo velo.
8Sessanta sono le regine,
ottanta le altre spose,
le fanciulle senza numero.
9Ma unica è la mia colomba la mia perfetta,
ella è l’unica di sua madre,
la preferita della sua genitrice.
L’hanno vista le giovani e l’hanno detta beata,
le regine e le altre spose ne hanno intessuto le lodi.
10«Chi è costei che sorge come l’aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?».
11Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere il verdeggiare della valle,
per vedere se la vite metteva germogli,
se fiorivano i melograni.
12Non lo so, ma il mio desiderio mi ha posto
sui carri di Amminadab.

[I carri di Amminadab]

Una parola su quest’ultima espressione enigmatica, che può riferirsi ad una persona proverbiale per la velocità che faceva raggiungere al carro da lui guidato, oppure ai “carri del mio popolo” o “carri del popolo principesco” o del “popolo volenteroso”. “Sul cocchio del principe del mio popolo”, traduce il Targum.
Alcuni li hanno interpretati come i carri di Dio, cioè i carri degli angeli. È in ogni caso una metafora per esprimere una sorta di rapimento, di estasi – in questo caso, l’amore per la sua sposa.

Il coro

7 1«Volgiti, volgiti, Sulammita,
volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti».
«Che ammirate nella Sulammita
durante la danza a due schiere?».

Lo sposo

2«Come son belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d’artista.
3Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino drogato.
Il tuo ventre è un mucchio di grano,
circondato da gigli.
4I tuoi seni come due cerbiatti,
gemelli di gazzella.
5Il tuo collo come una torre d’avorio;
i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbòn,
presso la porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso come la torre del Libano
che fa la guardia verso Damasco.
6Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce».
7Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, figlia di delizie!
8La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
9Ho detto: «Salirò sulla palma,
coglierò i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d’uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi».

«Bella come la luna…»

Anche qui, gli elogi e le immagini si sprecano nell’enfasi dell’amore.

La fanciulla, dagli occhi che hanno il potere di stregare (il verbo ha la stessa radice di Rahab, il mitico mostro acquatico), è incantevole come Tirza (l’antica capitale del regno del Nord, il cui nome significa delizia), affascinante come Gerusalemme (il cui nome contiene il concetto di pace).

Questa fanciulla, «Bella come la luna…», è l’unica per sua madre: l’unico tra i figli è fra tutti Isacco, il prediletto, cfr. Genesi 22. Anche in questo brano si leggono significati legati alla storia della salvezza. La fanciulla, che rappresenta Israele, si trova all’interno dell’immenso impero babilonese, paragonato ad un harem di molte popolazioni.
Le regine sono le spose di alto rango, le spose di second’ordine sono le concubine, le fanciulle rappresentano le aspiranti ai favori del re. Quante sono? Sessanta, ottanta, senza numero… Tuttavia, Israele rimane l’unica per il Diletto: nessuna si può paragonare a Lei, che sorge più bella dell’aurora, bella come il sole e bianca quale la luna… vi ricordano niente queste espressioni?

La danza dei due campi

Il canto è diviso in due parti dal coro della danza dei due campi (7,1), così detta forse da un nome di località (MACHANAJIM = due campi) o da una formazione di danza a pariglia o da due spade usate nella danza o dalla coppia che guida la danza.

Ci si trova così nel secondo movimento del canto, indirizzato alla Sulammita. Questo pseudonimo si trova solo qui in tutta la Bibbia e può significare:

  • una donna di SHULAM o SHUNEM, villaggio della Shunamita che riscaldò la vecchiaia di Davide
  • la donna di Salomone (sarebbe il femminile di Salomone)
  • la Pacifica o Perfetta, dal nome SHALOM
  • una donna di Gerusalemme, indicata dal nome SHALEM
  • la Shulmannita, titolo di Ishtar dea dell’amore, patrona anche dei soldati e delle danze militari con le spade, venerata nella città di SHULMAN.

La Sulammita riceve l’invito Shubî, shubî = Voltati, ma anche Ritorna! (detto a Israele, dopo l’esilio). Ovvero: Convertiti!

Torre d’avorio…

Il canto proclama poi la bellezza della ragazza dai piedi ai capelli, con movimento inverso rispetto al cap. 4. Si trova qui l’attributo Torre d’avorio, anche questo un titolo mariano.

Le lodi la dipingono come una principessa ricca di fascino, bella come un’opera d’arte, ma anche promettente nella sua fecondità. Il collo, ben dritto come una torre d’avorio, indica fierezza. Chesbon, a est del Giordano, pare fosse rinomata per le sue piscine, la cui chiarezza ricorda gli occhi dell’Amata. Più sorprendente per noi è l’elogio di un naso imponente come una torre di guardia, perché non rientra nei nostri canoni di bellezza…

Il Diletto, che si propone di unirsi all’Amica, non vede le nozze come  un atto di possesso, ma di conquista: dovrà conquistarla, infatti (“salirò sulla palma“), dovrà faticare per meritarla.

Nel Targum: «Bella come la luna…»

Nella interpretazione del Targum, il popolo di Israele, durante l’Esilio, è tornato puro e devoto alla Legge con un cuore indiviso, come il giorno in cui uscì dall’Egitto. Perciò il Signore del Mondo torna con la sua Presenza a dimorare nel secondo Tempio.
«Ritorna a Me, o Assemblea di Israele, ritorna a Gerusalemme, torna alla Casa di Istruzione della Legge, torna a ricevere la profezia dai profeti che profetizzano nel Nome della Parola di YHWH… Il Re nominato a capo di te è giusto come il profeta Elia, che ha mostrato zelo per il Signore del Cielo, ha ucciso i falsi profeti sul Monte Carmelo e ha restaurato il popolo della Casa di Israele verso il timore di YHWH il Signore. E gli umili del popolo che cammina con la testa chinata perché sono poveri sono destinati ad essere rivestiti di porpora, proprio come Daniele era vestito nella città di Babilonia e Mardocheo a Susa, a causa del merito di Abramo, che molto tempo fa riconobbe il regno del Signore del Mondo, attraverso la giustizia di Isacco, che suo padre legò per sacrificarlo, e attraverso la pietà di Giacobbe…».