Assunzione di Maria al cielo (15 agosto)

Andrea della Robbia, Assunzione al cielo di Maria. La Verna, S. Maria degli Angeli

Mi affido alle parole di don Enzo Greco, in una sua omelia del 1996, per tratteggiare il senso della solennità dell’Assunzione al cielo di Maria. In questa omelia, dal sapore della lingua parlata, don Enzo fa una sintesi dei principali titoli di Maria, e delle feste relative, alla ricerca della sua identità più profonda, perché sia di modello anche per noi oggi. Nella semplicità del linguaggio, si apprezza la profondità del pensiero. Da meditare.

L’omelia di don Enzo (15 agosto 1996)

Celebriamo oggi l’epilogo dei titoli attribuiti alla Madonna, che si snodano durante l’anno liturgico dall’8 dicembre al 15 di agosto: Maria Assunta in cielo corpo e anima. Quest’anno vorrei imprimere, alla riflessione sulla figura della Madonna, il senso dell’identità di Maria, dell’identità e del suo ruolo, nella storia della nostra salvezza.

Ci accorgiamo nella vita di tutti i giorni quanto sia estremamente complesso attribuire un ruolo alle persone; spesso l’identità di una persona è definita più per l’apparenza, è semplificata in formule che non definiscono la persona stessa.

Identità unica e irripetibile

Noi esseri umani siamo facili a dare le definizioni delle persone in base alle simpatie, alle antipatie, alle odiosità o meno; siamo incapaci di conoscere l’identità profonda di una persona, spesso la cogliamo solo attraverso le lenti della nostra esperienza. È così difficile arrivare all’identità unica e irripetibile di una persona e anche noi nella nostra esperienza ci accorgiamo spesso di quanto siamo soli perché la nostra identità è masticata dagli altri, è ridotta in formule. Noi per gli altri, in questo palcoscenico che è la vita, dove talvolta si fa tanto teatro, siamo solo una formula, una formula stereotipa; ma questo non ci esime dal cercare di cogliere nella carità cristiana la vera identità delle persone.

Chi è l’uomo?

Creazione dell’uomo, Monreale

Un primo aspetto per noi credenti, per cogliere l’identità delle persone, è quello che ci fornisce il libro della Genesi, la prima lettura che facciamo nella festa dell’8 dicembre dell’Immacolata Concezione: chi è l’uomo? L’uomo è una creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio; questa poderosa affermazione, che va al di là degli schemi in cui spesso riduciamo le persone, ci fornisce già uno spunto circa la grande dignità dell’essere umano.

Pensiamo a quanto la concezione dell’uomo, in questo grande palcoscenico della vita, sia ridotta essenzialmente a una formula. Un esempio: la legittimità dell’aborto si fonda su una definizione medica puramente biologica, senza trascendere il fatto biologico. C’è una legge, la 194, che stabilisce che uomo è ciò che la legge ha stabilito che sia, soltanto in un certo limite; diversamente non si chiama uomo, ma si chiama feto. Questa è una cultura talmente condizionante che siamo impediti di cogliere veramente l’identità delle persone: l’essere della persona.

Superare il sentimentalismo

Bene, ciò premesso, scusate la lunga premessa, sappiamo noi credenti qual è  l’identità di Maria al di là di un falso pietismo sentimentalistico che ci  ha consegnato la figura della Madonna? Non parlo di quello artistico, ma parlo di quello pietistico, romantico, sensazionale. Ovunque si parla di apparizioni della Madonna, senza cogliere quelle che la Chiesa ufficiale, Lourdes e Fatima, ha accolto; siamo capaci di cogliere la vera identità della Madonna, senza renderla uno stereotipo del nostro modo di pensare? Senza fare come facciamo con le persone, fare degli stereotipi.

Chi è Maria?

Giambattista Tiepolo, Immacolata Concezione
Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22620054

Chi è la figura di Maria, chi è la figura della Madonna, nella nostra vita di cristiani, nella nostra vita della Chiesa? La Madonna risulta definita, nella sua identità, da tre condizioni.

La Madonna è creatura!

Durante il dibattimento del Concilio si cercò di mettere in luce, in funzione anche dei nostri fratelli protestanti, il fatto che la Madonna non era, nella devozione, da divinizzare; è creatura di Dio. Maria è fatta a immagine e somiglianza di Dio; questa identità di creatura come noi, colta nella sua vera identità, ci fa vedere subito il fatto della partecipazione di Maria al nostro essere umani. Maria non è una creatura che sta al di là di tutte le creature, è creatura come noi. Però, se questa immagine e somiglianza di Dio – se questo essere Maria, in qualche modo, figlia di Eva anche lei – ce la restituisce alla nostra condizione umana, nell’Immacolata Concezione noi sappiamo che Maria è esente dal peccato originale.

Immacolata Concezione

Questo singolare privilegio di Maria che abbiamo già visto l’8 dicembre,  questo suo essere costitutivamente senza peccato originale e quindi senza peccato, ci fa chiedere: perché? Non per i suoi meriti, perché Maria non poteva avere un merito diverso dal nostro, ma in virtù dei meriti del Cristo. Ella infatti, attenzione al legame tra identità e ruolo, doveva essere la Madre del Salvatore, per questo sin dal primo istante del suo concepimento Maria è stata l’Immacolata Concezione. Quindi, la differenza con tutti gli altri esseri umani è il fatto che Maria è creatura come  noi, ma è senza peccato originale e senza peccato.

Madre

Inoltre l’identità di Maria è il suo essere, non accidentale ma sostanziale, Madre di Gesù. Ella è stata preparata da Dio nella sua disponibilità, quindi c’è la sua libera adesione – vedi l’Annunciazione – a diventare Madre di Gesù e c’è anche la preparazione dell’Immacolata Concezione ad opera del Padre.

Madre della Chiesa

Pertanto Maria diventa madre. Come ogni mamma e ogni babbo sono essenzialmente tali, così Maria diventa madre di Gesù: questa è la sua identità profonda, attraverso la sua libera risposta di adesione nell’Annunciazione; e diventando la Madre di Gesù diventa perciò stesso Madre nostra, Madre della Chiesa, come dice il Concilio.

Però la maternità di Maria è una maternità, e in questo i nostri fratelli protestanti stanno crescendo, non semplicemente anagrafica, tant’è vero che un giorno dissero a Gesù: «Beata colei che ti ha allattato» e Gesù rispose «Beati coloro che ascoltano la Parola e la custodiscono», per cui la maternità di Maria è una maternità universale e perciò stesso è verginale. Maria accompagna Gesù nel suo percorso di salvezza fin sotto la croce e raccoglie da Gesù il mandato di essere Madre della Chiesa quando riceve questa consegna: «Donna ecco tuo figlio». Questa teologia profonda di Maria è stata colta da Michelangelo nella «Pietà» quando nella sua scultura possente, come scultore e anche teologo, coglie nel dolore di Maria un dolore universale e non semplicemente un dolore umano e contingente, e quindi ci fa capire meglio il ruolo di Maria.

Identità di cristiani

Maria stasera la invochiamo, come Madre di Gesù, Madre nostra e Madre della Chiesa. Ma a una mamma cosa si chiede, la cosa più grande, e qual è il dono più grande che ci può dare Maria? La fede; la fede forte e robusta, tra noi cristiani e nelle nostre comunità. Cosa possiamo chiedere inoltre: una vera identità di cristiani, come è stata la sua identità di Madre, come è stato il suo ruolo all’interno della storia della salvezza. Maria ha svolto il compito di portare al mondo il verbo di Dio, di mostrarcelo; ora la invochiamo come Colei che intercede per noi dal cielo, e noi chiediamo che dal cielo interceda per noi, per la nostra fede, per l’unità della Chiesa, per la pace nel mondo, perché noi cristiani acquistiamo questa vera identità.

L’Assunzione

S. Maria Assunta. Capoliveri, isola d’Elba

Ma la festa dell’Assunzione ci aiuta a comprendere un’altra profonda unità che si trova in Maria. Assunta in cielo corpo e anima, transitando attraverso una dormizione da questa vita all’altra, Maria ci ricorda l’unità di corpo e anima, non c’è conflitto tra spirito e materia. Il nostro tempo moderno lo ricorderà facilmente nella sua sensibilità culturale; noi siamo tutt’uno, non c’è corpo e anima uno da una parte e uno dall’altra, ma Maria che è stata assunta corpo e anima ci ricorda che l’identità dell’uomo è unica e non c’è conflittualità tra corpo e spirito; questa riguarda invece l’antica filosofia greca, non il cristianesimo.

Così, proprio questa festa ci ricorda che sia che preghiamo, sia che mangiamo, sia che dormiamo, sia che lavoriamo, sia che viviamo, siamo tutt’uno perché la nostra dignità risiede in un’identità unica: corpo e anima.

Infine Maria nell’ evento dell’Assunzione svolge il ruolo di mostrarci che la nostra condizione terrestre è una condizione provvisoria. Noi sappiamo che la nostra vita ha come termine strutturale la morte e ci dobbiamo ricordare che i beni profondi sono i beni della fede; la invochiamo principalmente per questo.

Una preghiera

La festa dell’Assunzione al cielo di Maria si ricollega alla festa dell’Immacolata e in particolar modo anche alla notte di Natale quando più gente viene in Chiesa. Allora preghiamo:

Maria Madre della Chiesa, concedi che tutte le genti e in particolare il nostro popolo maremmano (lontano dalla fede da oltre un secolo, ma con profonde radici come tutto il popolo toscano) riscoprano in te la radice della fede. Maria Assunta in cielo, prega per la nuova evangelizzazione, la nuova missione della Maremma, nelle diocesi, nelle tre diocesi che ci sono in questo lembo di Maremma che ha tanto bisogno di Gesù, ha tanto bisogno di fede, dopo oltre un secolo di tempeste, di ateismo, di agnosticismo e di anticlericalismo. Al Signore che è Figlio di Maria, vada la gloria nei secoli, dei secoli, amen.