Anno Domini ed Era Volgare

La nomenclatura «Anno Domini» usata su una moneta del 1712. Di Classical Numismatic Group, Inc. http://www.cngcoins.com, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1144257

A proposito di Capodanno toscano. Gli stati cristiani, nel Medioevo, iniziarono a computare il decorrere degli anni «ab Incarnatione», in molti casi facendo del 25 marzo il primo giorno dell’anno. Tale uso rimase particolarmente radicato in Toscana (per cui fu definito stile toscano) fino al 1749, quando il granduca Francesco III vi impose l’assunzione del calendario moderno, quello gregoriano (vedere QUI). Infatti nel 1582 l’entrata in vigore del calendario gregoriano aveva fissato l’inizio dell’anno civile al 1° gennaio, ma a Firenze il 25 marzo aveva continuato ad essere il Capodanno, celebrato solennemente nella basilica della SS. Annunziata.

Attenzione perciò alle date nei documenti, perché i vari stati adottavano vari sistemi di computo del tempo! Ma in Toscana vi è anche un’altra complicazione. Se a Firenze, Prato, Lucca, Siena, l’anno iniziava il 25 marzo posticipando di tre mesi la data del capodanno rispetto allo stile attuale (ad esempio, fino al 24 marzo si era ancora nel 1264, mentre il 1265 iniziava il 25 marzo e durava fino al 24 marzo successivo), a Pisa e nella Toscana occidentale l’anno che iniziava il 25 marzo anticipava di nove mesi la datazione (per fare lo stesso esempio, secondo il modo pisano il nostro 25 marzo 1265 sarebbe stato il 25 marzo 1266).

Perciò, abbastanza assurdamente, nella medesima diocesi poteva accadere che nelle varie località vi fossero anni diversi. Ad esempio, nella diocesi di Massa Marittima e Populonia (oggi Massa Marittima – Piombino), Massa Marittima, cittadina dell’entroterra, adottava l’anno posticipato (ad esempio, il 1264), mentre Piombino era sotto l’influenza di Pisa e adottava l’anno anticipato (in questo caso, il 1265): però a partire dal 25 marzo, perché, per continuare ad impazzire nell’esempio, fino al 24 marzo l’anno da considerare era il precedente… C’è da chiedersi: ma come facevano a capirsi?

Anno Domini ed Era Volgare

«Anno Domini» (A.D.) si diceva comunque, anno ab Incarnatione Domini nostri Iesu Christi, sostituendo così il computo romano. Il calendario romano inizialmente denotava ogni anno con il nome dei consoli in carica (datazione consolare), per poi fare riferimento alla fondazione di Roma (datazione ab Urbe condita, a.U.c.) o all’inizio del regno di un imperatore (datazione imperiale).

I bizantini usarono una datazione dalla presunta data della creazione («Anno Mundi»), con vari tipi di computo nessuno dei quali era dominante. Fu il monaco Dionigi nel 525 a datare l’incarnazione al 25 marzo del 753 dalla fondazione di Roma: nacque così la datazione «Anno Domini», «prima» e «dopo Cristo» (a.C. e d.C).

La denominazione «Era volgare» (E.V.), usata per la prima volta da Keplero per indicare il concetto di «Era secondo l’uso comune della popolazione», è oggi adottata da molti studiosi per non utilizzare una datazione scorretta (il computo di Dionigi relativo alla nascita di Gesù è, in effetti, risultato errato).

Inoltre la stessa denominazione viene usata da culture non cristiane e da chiunque desideri impiegare termini che non facciano riferimento specifico alla cristianità. Nei paesi anglosassoni è chiamata Common Era, abbreviata in C.E. Perciò, se trovate in una data la sigla E.V. (o C.E.), sappiate che indica la stessa cosa esatta di A.D., però cercando di non usare riferimenti religiosi (che ugualmente ci sono, sia pure impliciti).