
Agli inizi del XV secolo, la situazione alla Verna è in stasi, per non dire in degrado. Le cinque celle, in declino e malamente ridotte, sono ormai abitate di mala voglia da frati scaduti dal primo fervore (così dicono gli storici dell’Osservanza: Mariano p. 97 s.; Miglio p. 37). Siamo nell’anno 1400: la situazione è di stallo. Sarà inutile anche l’intervento del conte Roberto di Battifolle, vanificato dai suoi successori che non ne eseguiranno le volontà testamentarie.
26 luglio 1400

Il conte Roberto di Battifolle lascia 300 fiorini d’oro per riedificare le Cinque Celle per i cinque sacerdoti assegnati all’officiatura delle Stigmate, e per il mantenimento di questi, annualmente, stabilisce 50 staia di buon grano, 5 congi di vino e 50 braccia di panno bigello per i loro abiti.
Questi frati devono essere scelti dal Guardiano tra i religiosi che siano ordinati sacerdoti e di vita santa (Filza «Testamenti e Legati pii»).
I successori del conte Simone disattesero, di fatto, le disposizioni formali dei loro padri, affidate a disposizioni testamentarie che poi gli eredi non eseguivano. Le celle si vennero così a trovare in uno stato di forte degrado (Mariano p. 97).
Con la rotta di Anghiari (1440) i Conti furono spogliati dai fiorentini del loro dominio «e così terminò la Signoria de Conti Guidi in Casentino» (Monte Santo p. 68). Cessava, così, il rapporto con la Verna dei conti Guidi, che di fatto avevano esercitato verso di essa, per oltre un secolo, un rapporto di «quasi patronato», valorizzandola come Santuario e sostenendo e diffondendo nei suoi confronti la pratica del pellegrinaggio (L. Tanzini, La Verna e i poteri pubblici cittadini dal primo Trecento al primo Quattrocento, intervento al Convegno «Altro Monte non ha più santo il mondo», 4-6 agosto 2011).
Anche se c’è un qualche segno di movimento (Il 1° agosto 1403, il Legale di Pietramala dona 100 fiorini d’oro per la fabbrica del convento della Verna: Ms G n. 8), si può dire che è arrivato il momento di cambiare regime. E questo avverrà nel giro di un trentennio.
Fonti di questo frammento di storia alvernina
F. MARIANO DA FIRENZE, Dialogo del Sacro Monte (1522) a cura di Ciro Cannarozzi, Pacinotti, Pistoia 1930
P. AUGUSTINO DI MIGLIO, Nuovo Dialogo delle Devozioni del Sacro Monte della Verna, Stampa Ducale, Fiorenza 1568
Monte Santo ovvero descrizione del sacro Monte della Verna e delle più memorabili cose appartenenti, dato in luce da un Religioso dei Minori della più stretta osservanza, Ms. cart. pp. 157, 1775, Archivio della Verna
Lorenzo TANZINI, La Verna e i poteri pubblci cittadini dal primo Trecento al primo Quattrocento, intervento al Convegno «Altro Monte non ha più santo il mondo», 4-6 agosto 2011