Solo nei film americani: Andrà tutto bene… te lo prometto

Andrà tutto bene: te lo prometto
Foto di Temel da Pixabay

Andrà tutto bene, te lo prometto. Io non so se esista frase più assurda da dire e da ascoltare in un film o telefilm, ma è una costante nella cultura americana. Il mondo sta crollando, è iniziata l’apocalisse, gli ultimi sopravvissuti sono asserragliati senza speranza in un edificio che cade a pezzi… Che cosa trova di meglio da dire l’eroe all’amata che si sta arrendendo alla crisi di nervi? Andrà tutto bene… e, per non dare adito a dubbi: Te lo prometto. Quella ci crede.

Una malattia letale sta stroncando la persona che è già agli estremi… È più di là che di qua… Ma no, la rassicura chi l’assiste: Andrà tutto bene… e, immancabilmente, perché altrimenti l’interlocutore non ci avrebbe creduto: Te lo prometto. Anche quello ci crede.

Zombies e vampiri assediano gli ultimi superstiti della razza umana per zombizzarli o vampirizzarli? Tutto è perduto… Macché, assicura lui: Andrà tutto bene, te lo prometto. Certo, c’è da crederci.

Ma inventatene un’altra!

Dividiamoci!

Non è certo questo l’unico topos caratteristico dei film americani. Un’altra situazione tipica, negli horror, è il trovarsi a dover esplorare un edificio, o un labirinto, o un qualunque altro luogo terrorizzante sotto l’angoscia di un cupo pericolo che si nasconde nell’ombra, mostro o alieno o killer che sia. Un gruppetto di spauriti individui si stringe insieme per cercare di far fronte comune al pericolo. Non si può rimanere fermi al sicuro finché, la mattina, non arrivino i soccorsi. No. Bisogna perlustrare la casa, al buio, naturalmente. Ogni angolo di tenebra può nascondere il mostro o alieno o killer che sia: e non parliamo della cantina, in cui è d’obbligo scendere con terrore! L’unica idea brillante che viene regolarmente al leader è: Dividiamoci! Se il gruppetto è composto solo da due persone, naturalmente, c’è l’altra frase d’obbligo: Andrà tutto bene, te lo prometto. Certo, se non si dividessero, se restassero uniti a fare fronte comune, non succederebbe nulla. Dividendosi, creano la condizione più propizia a che ad uno ad uno spariscano tra le grinfie del mostro o alieno o killer che sia. Sono terrorizzati, ma si dividono terrorizzandosi ancora di più. Altrimenti che gusto ci sarebbe?

La macchina non parte

Il gruppo terrorizzato, o almeno l’unico scampato, riesce a fuggire dall’edificio malefico, cercando di allontanarsi con la macchina, ma deve far presto, perché il mostruoso inseguitore gli è alle costole… Vi aspettate che la macchina parta? No di certo: regolarmente, il motore non si avvia. Non resta che fuggire a piedi, a meno che il mostro o l’alieno o il killer non vi sia già addosso con tutto l’agio del mondo per uccidervi – e a meno, ancora, che non siate i protagonisti, perché quelli sono invulnerabili. Tutt’al più possono soccombere alla fine del film.

Uno alla volta per carità

Nei film d’azione, quando c’è un combattimento, l’eroe può stare sicuro che, mentre tutti gli altri stanno a guardare, i suoi numerosi nemici lo attaccheranno uno alla volta dandogli modo di atterrarli uno a uno. Non sono abbastanza intelligenti da coalizzarsi e attaccarlo tutti insieme. Inoltre, non sarebbe sportivo. Fa eccezione Indiana Jones quando viene inseguito da una torma schiamazzante di indigeni bellicosi e non gli resta che buttarsi nel fiume. Gli tireranno lance e frecce, ma che importa? Tanto non lo prenderanno mai. I cattivi hanno una pessima mira.

Inseguimenti

Chi è inseguito da una macchina che cerca di investirlo corre sempre dritto in mezzo alla strada, quando tutto quello che dovrebbe fare sarebbe semplicemente tagliare di lato buttandosi tra alberi, cespugli, fossi e un sacco di altre cose che fermerebbero l’auto inseguitrice.

Così pure, se ti inseguono in mezzo alla città capiterai sempre in mezzo alla Parata di S. Patrizio, non importa in quale periodo dell’anno l’inseguimento avvenga.

Se poi la fuga inizia all’interno di un palazzo, si va sempre verso l’alto, sui tetti, saltando dall’uno all’altro, mai per strada dove l’inseguito si potrebbe nascondere in un qualunque portone.

Ti voglio bene

Ad ogni piè sospinto, chiunque, padre, madre, fratello o sorella, fidanzato, coniuge, amico, insegnante, animale d’affezione, e chi più ne ha più ne metta, dice la frase magica: Ti voglio bene. Non ho ancora capito quando influisca sulla sincerità e sull’efficacia di questa frase abusata la sua inflazione. A me suscita una reazione allergica.

Vigilanza negli ospedali

Se c’è bisogno di entrare in un ospedale, per nascondersi, o per uccidere qualcuno, o per salvare qualcuno, o per trovare prove della propria innocenza, insomma per qualsiasi motivo, è facilissimo superare la portineria, eludere la sicurezza, rubare un camice perché tutti sanno dove si trovano in qualunque ospedale i camici e dove sono i laboratori e le varie sale, spacciarsi per medico e fare addirittura diagnosi perfette o uccidere il paziente, a seconda dei casi.

Bidoni di caffè

Ma che razza di caffè bevono gli americani? Ne tengono in mano, a ore, tazzone piene, sorseggiandolo per ingannare il tempo, mentre pensano al da farsi. Lo fa anche Chuck Norris, il che è tutto dire.

Telefonate interrotte

No, non telefonate interrotte per stizza, o per necessità perché sta succedendo qualcosa. No: semplicemente, quando l’argomento della conversazione telefonica si è esaurito, non ci si saluta, niente, non un ciao, un a presto, o qualsiasi cosa si dicano gli americani… Si butta giù il ricevitore e via. Credete che l’interlocutore si offenda? Manco per idea: anche lui, o lei, fa altrettanto. Beati loro, in Italia i convenevoli durano all’infinito, e il primo che butta giù sembra persino maleducato…