
Alzati Gerusalemme! È il grido che meglio sintetizza questa sezione del DeuteroIsaia. Il capitolo 51 di Isaia è costituito infatti da un insieme complesso di testi, che inizia con l’invito a volgersi con fiducia a Dio (51,1-8). L’amicizia per Abramo, padre di molti popoli e di una discendenza numerosa come le stelle del cielo, è garanzia che anche i popoli più lontani (“le isole”) confideranno nella salvezza che Dio porta a Israele (51,4- 5).
Le vittorie del Signore (51,9-16)
Ma il Signore non ha solo liberato Israele; ha anche sconfitto il caos primordiale, rappresentato dal mostro marino (tannin) Raab che rappresenta al tempo stesso l’Egitto. Il ricordo di queste vittorie deve alimentare la speranza per il futuro. L’atto creatore e l’atto salvatore fanno tutt’uno (v.16): il Dio creatore ha forgiato il suo Popolo, che è un modo per dire che la creazione ha per ragione d’essere la costituzione della comunità fraterna dei credenti, uniti a Dio e quindi fra loro mediante una stessa alleanza.
Alzati Gerusalemme! (51,17- 52,12)
Gerusalemme è abbattuta perché ha dovuto bere il calice amaro dell’ira divina. I suoi figli giacciono senza difesa, ma Dio stesso interviene (vv.22-23), rivolgendo la sua ira contro i suoi nemici.
Isaia 52 1Svégliati, svégliati,
rivèstiti della tua magnificenza, Sion;
indossa le vesti più splendide,
Gerusalemme, città santa…
Come è bella l’immagine di Gerusalemme prostrata e schiava invitata a sorgere e indossare le vesti più splendide, perché il Signore opera per lei meraviglie!
Isaia 52 7Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
8Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
9Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il messaggero già annuncia il trionfo, e con il trionfo che pace, bontà e salvezza: “Il tuo Dio è Re!” Alla sua voce si aggiungono le voci delle sentinelle e il canto di esultanza in cui esplodono le rovine di Gerusalemme (vv. 8-9). Tutti gli abitanti della terra vedranno questo prodigio:
Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio. Acclami al Signore tutta la terra, gridate, esultate con canti di gioia.
Il ritorno nella Terra santa non sarà un accalcarsi precipitoso, ma una marcia processionale, in contrapposizione alla fuga disordinata dall’Egitto, con il Signore che aprirà e chiuderà la marcia.