Lo scambio verbale fra Lui e Lei prosegue. È la volta di Lui, con un invito, «Alzati amica mia…», e una bellissima descrizione della primavera. Tutto concorre alla gioia dei due amanti, luci, colori, profumi, suoni… Anche se ci sono delle volpicine che sembrano minacciarla.
«Alzati amica mia…» (Cantico 2,10-17)
2 10Ora parla il mio diletto e mi dice:
«Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
11Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
12i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
13Il fico ha messo fuori i primi frutti
e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
14O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è leggiadro».
Il coro
15Prendeteci le volpi,
le volpi piccoline
che guastano le vigne,
perché le nostre vigne sono in fiore.
Lei
16Il mio diletto è per me e io per lui.
Egli pascola il gregge fra i figli.
17Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
ritorna, o mio diletto,
somigliante alla gazzella
o al cerbiatto,
sopra i monti di Bether.
L’Amica
All’appellativo maschile DÔD da parte dell’Amata corrisponde da parte del Diletto l’appellativo femminile RA‘JATÎ = amica mia, termine usato solo nel Cantico, derivante dalla radice R‘H = essere amico o compagno (ma anche “pascolare”).
Questa parola è pronunciata solo dal Diletto e indica un amore esclusivo, non istituzionalizzato. Si potrebbe tradurre con Compagna, da Cum + Panis (colui / colei che mangia il pane con…). Essere commensali, nell’antichità, denota una intimità particolare.
Alzati fa pensare ad una “mattinata”, una serenata cantata al mattino. Ma se cerchiamo un altro livello di lettura, il verbo Qûm (imperativo femminile, qûmî) sarà il verbo della resurrezione, precisamente la parola che Gesù rivolgerà alla figlia di Giairo: qûm!
Vieni significa piuttosto esci (dalla casa paterna, fidandosi della forza creatrice dell’amore), è un invito all’estasi (ex-stasis, star fuori da). È un invito a camminare: «alzati e cammina!». In greco, i verbi sono quelli dei miracoli di Gesù: anístemi, érchomai…
La motivazione positiva di quest’invito è data con immagini tratte sia dall’esperienza della vista che dell’udito, che creano un chiasmo:
colomba voce
voce volto
Al centro si presenta un terzo senso, l’odorato: i fiori infatti spandono profumo. È un tripudio dei sensi.
Colomba mia = JÔNATÎ è l’animale sacro a Ishtar dea dell’amore. Nei testi poetici dell’Antico Testamento rappresenta Israele; In Os 7,11 e in Sal 74,19 rappresenta lo sbandamento di Israele, in Os 11,11 e Is 60,8 Israele che, richiamato da Dio, torna dall’esilio; il Targum traduce:
«Tu, Assemblea d’Israele, che sei come la colomba pura…
fammi vedere il tuo volto e le tue opere rette,
fammi udire la tua voce!».
Le fenditure sono l’habitat naturale della colomba, e sono inaccessibili.
Le volpi sono animali nocivi per la vigna (che è immagine del corpo femminile), quindi possono indicare i rivali del diletto. Che alle volpi piaccia l’uva, quindi, non era noto solo a Esopo e Fedro, ma anche a questo anonimo cantore della Bibbia!
Il motto dell’amore
In poche parole l’Amica dice tutto:
Il mio diletto è mio e io sono sua
DODÎ LÎ WANÎ LÔ
e la sua brama è verso di me [cfr. Gn 3,16]
egli che pascola fra i gigli.
Questa frase sembra voler rovesciare la sorte dell’antica Eva, che come conseguenza del peccato si era sentita dire: «Verso tuo marito sarà la tua brama, ma egli ti dominerà». La forza dell’amore restituisce la pari dignità: come in principio, non c’è più dominato e dominante, ma solo parità nella differenza.
Il Testo Masoretico ha la parola SHÔSHANÎM, «gigli», ma in egiziano SSHN è la ninfea o il loto, simbolo dell’amore. Il cervo si ciba di fiori di loto: questa immagine può rappresentare il gioco erotico. Qui i monti divengono il corpo femminile.
Bether infatti può essere:
- una località a 10 km. Da Gerusalemme (dove avvenne la resistenza di Bar Kokheba)
- un tipo di profumo
- la “separazione”:
- in senso psicologico (lontananza dell’amato)?
- Geologico (avvallamento tra due rilievi)?
- Teologico (rottura dell’alleanza)?
- Anatomico? A quest’ultima possibilità condurrebbe l’identificazione frequente della donna con la terra.
Nel Targum
Il Targum continua a leggere nel Cantico le vicende dell’Esodo.
10 Ora l’amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!».
Questo è il Signore che chiama Israele, bella per le sue opere di esecuzione della Legge, ad uscire dalla schiavitù degli Egiziani.
perché l’inverno, il tempo della schiavitù, è passato…
14 «O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole».
«E quando il faraone malvagio inseguì il popolo di Israele, l’Assemblea di Israele fu paragonata a una colomba intrappolata nelle fessure di una roccia – un serpente che la minacciava dall’interno e un falco che la minacciava dall’esterno. Allo stesso modo, l’Assemblea di Israele fu intrappolata in tutte e quattro le direzioni: di fronte a loro c’era il mare, dietro di loro il nemico perseguitato, e su entrambi i lati c’erano zone selvagge piene di serpenti infuocati che ferivano e uccidevano le persone con il loro pungiglione.
Quindi immediatamente l’assemblea aprì la bocca in preghiera davanti a YHWH e la Bat-qol [la Voce di Dio] venne dal cielo più alto e questo è ciò che disse: “Tu, o Assemblea di Israele, che assomigli ad una colomba, pura e nascosta nel nascondiglio delle crepe delle rocce o nei luoghi nascosti dei dirupi: mostrami il tuo volto e le tue opere degne di essere ascoltate e fammi sentire la tua voce. Perché la tua voce è dolce quando prega nel piccolo Tempio e il tuo volto è bello quando compi buone azioni”».