
Abigail, futura ennesima moglie di Davide, non canta le grandi opere di Dio come Miriam e come Anna madre di Samuele, ma parla, pacatamente e fermamente, leggendo anch’ella la storia e frenando l’ira ingiusta di colui che Dio ha scelto come re (1Sam 25).
Nomen omen
Ella è tanto saggia quanto il marito, Nabal, è stolto, di nome come di fatto; è saggia perché, a differenza del marito che vive per godere dell’immediato, sa cogliere i segni dei tempi, li medita e riesce ad abitare la storia guidata dalla sapienza del Signore.
«Mio padre è gioia», così suona il suo nome, in riferimento a quel Padre che è Dio. «Stolto», così suona il nome dell’indegno sposo che col suo sdegnoso rifiuto della protezione di Davide avrebbe segnato la fine di tutta la sua casata. Abigail la previdente, invece, prepara con le sue mani i buoni doni casalinghi con cui intende placare la rabbia di Davide. Vale la pena di rileggere il discorso che gli rivolge.
Una lettura della storia
«Non faccia caso il mio signore a quell’uomo perverso che è Nabal, perché egli è come il suo nome: stolto si chiama e stoltezza è in lui; io, tua schiava, non avevo visto, o mio signore, i tuoi domestici che avevi mandato. Ora, mio signore, per la vita di Dio e per la tua vita, poiché Dio ti ha impedito di giungere al sangue e di farti giustizia da te stesso, ebbene ora siano come Nabal i tuoi nemici…
Certo il Signore edificherà al mio signore una casa stabile, perché il mio signore combatte le battaglie del Signore, né si troverà alcun male in te per tutti i giorni della tua vita… Certo, quando il Signore ti avrà concesso tutto il bene che ha detto a tuo riguardo e ti avrà costituito capo d’Israele, non sia d’inciampo o di rimorso al mio signore l’aver versato invano il sangue e l’essersi il mio signore fatto giustizia da se stesso» (1Sam 25,25-31).
Il profeta Samuele, che ha unto Davide, è già morto (1Sam 25,1), e il profeta Natan, che gli annuncerà una discendenza il cui regno non avrà mai fine, è ancora da venire (2Sam 7,1 ss.). Ma il Signore non lascia Davide senza una guida profetica, e gli parla attraverso la saggezza di una donna le cui parole sapienti lo custodiscono nella mitezza e gli impediscono di venire alla violenza. Parole volte alla custodia della vita e non alla morte.