500° giorno di guerra

500° giorno di guerra
Distruzione dopo l’attacco missilistico russo a Leopoli il 6 luglio. Руйнування після російського ракетного удару на Львів 6 липня. Di Dsns.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=134025495

Il tempo vola, e fra occupazioni, distruzioni e vittime a migliaia siamo arrivati al 500° giorno di guerra fra Russia e Ucraina.

È salito a 10 morti il bilancio dell’attacco russo con droni e missili a Leopoli giovedì scorso. 42 persone sono rimaste ferite e 16 ricoverate in ospedale. L’attacco missilistico ha colpito un condominio di 4 piani sventrando gli ultimi due. Più di 50 gli appartamenti distrutti. Sale anche il bilancio delle vittime dell’attacco russo a Lyman, nella regione del Donetsk: sono almeno nove le persone rimaste uccise.

Sono invece 3 i tre morti causati dall’attacco con droni che ha colpito la città di Sumy. Le forze armate russe hanno bombardato Kherson uccidendo due civili, ed hanno attaccato con i droni iraniani Shahed la regione ucraina di Dnipropetrovsk facendo due vittime.

500° giorno di guerra: un bilancio di 9000 vittime civili

In 500 giorni di guerra in Ucraina le vittime civili nel Paese sono state 9.000, tra cui mezzo migliaio di bambini. Questa è la stima dell’ufficio dell’alto commissario Onu per i diritti umani. Sebbene quest’anno il numero di vittime sia diminuito rispetto al 2022, gli osservatori hanno notato un nuovo picco a maggio e giugno. Il 27 giugno, un attacco missilistico a Kramatorsk, nell’Ucraina orientale, ha ucciso 13 civili, tra cui quattro bambini. Giovedì 6 giugno, lontano dalla linea del fronte, almeno dieci persone sono morte in un altro attacco nella città occidentale di Lviv (Leopoli). Secondo gli osservatori, le ultime due settimane sono tra le piu’ letali dall’inizio dell’invasione russa.

500° giorno di guerra: liberati 1.900 insediamenti

Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dal 24 febbraio 2022 le forze di difesa ucraine hanno liberato circa 1.900 città e villaggi ucraini dai russi.

A 500 giorni dall’invasione, invece, secondo l’Institute for the Study of War (ISW), l’esercito russo non è riuscito a raggiungere nessuno degli obiettivi di conquista che Putin si era prefissato.  La resistenza ucraina, determinata e abile, ha fermato diverse offensive russe, compresa la conquista di Kiev, e ha liberato gli oblast di Sumy e Chernihiv, nonché parti degli oblast di Kharkiv, Mykolaiv e Kherson occupate dalle forze russe.

Il capo di Stato maggiore della Difesa del Regno Unito, l’ammiraglio Tony Radakin, ha affermato che l’esercito russo ha perso metà della sua capacità di combattimento in Ucraina, inclusi 2.500 carri armati.

Gli Stati Uniti hanno annunciato, da parte loro, la fornitura all’Ucraina di munizioni a grappolo, che useranno solo per la liberazione dei suoi territori riconosciuti internazionalmente e quindi non sul territorio della Federazione russa, secondo l’assicurazione del ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov: «Non saranno utilizzate in aree urbane per evitare rischi per la popolazione civile; non le userà sul territorio russo ufficialmente riconosciuto, ma solo nelle aree in cui si concentrano le forze armate russe, per sfondare le linee di difesa nemiche».

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha ricordato che il Regno Unito è uno dei 123 paesi che hanno firmato una convenzione che vieta l’uso di bombe a grappolo e continuerà a concentrarsi sulla fornitura di carri armati e armi a lungo raggio per aiutare la lotta contro la Russia. La Russia, che protesta per questa fornitura, ha sempre usato bombe a grappolo.

L’Isola dei Serpenti

Nel 500° giorno dall’inizio dell’invasione russa Zelensky ha visitato l’Isola dei Serpenti. Per l’Ucraina, l’Isola dei Serpenti è divenuta un simbolo di invincibilità.

Conquistata dai russi il primo giorno dell’invasione, l’isola dei Serpenti divenne famosa quando i 13 soldati del presidio di Kiev, davanti all’intimazione della resa («Siamo una nave da guerra russa, arrendetevi») e davanti ai missili  dell’incrociatore Moskva puntati contro, urlarono la risposta illustrandola con un gesto eloquente: «Nave da guerra russa, vai a…». Un francobollo celebrativo illustra l’episodio. Il bello è che l’ammiraglia del Cremlino è poi affondata, come a costruire un mito. L’isola è stata liberata liberata dalle forze ucraine il 30 giugno 2022.

Tornati dalla Turchia i comandanti del battaglione Azov

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riportato a casa dalla Turchia i comandanti del battaglione di Azov Denys Prokopenko, Svyatoslav Palamar, Serhiy Volynsky, Oleh Khomenko, Denys Shleha. I cinque erano comandanti del battaglione di Azov che difese l’acciaieria Azovstal a Mariupol. Catturati dai russi nel maggio 2022, quando Zelensky chiese loro di arrendersi, erano stati liberati lo scorso settembre ma inviati in Turchia, dove sono rimasti fino ad oggi. 

Mosca ha protestato per questo loro ritorno dalla Turchia in Ucraina considerandolo una violazione delle condizioni di accordi vigenti, sia da parte di Kiev che di Ankara. Lo ha denunciato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in quanto la Russia li aveva consegnato a settembre alla Turchia a condizione che non lasciassero il Paese.