Israele: 5 mesi di guerra!

Gaza. Di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=138775580

Cinque mesi di una disgraziata guerra che, a seguito del massacro di 1200 israeliani compiuto il 7 ottobre scorso dai terroristi di Hamas, sta adesso massacrando la popolazione civile di Gaza nell’ordine di decine di migliaia di persone innocenti. Il ministero della Salute di Hamas ha aggiornato oggi il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza: dall’inizio della guerra, lo scorso 7 ottobre: 30.800 morti e 72.298 feriti. 

Pochi giorni fa, nella Striscia di Gaza un centinaio di palestinesi è rimasto ucciso e 760 sono stati feriti. Questo, mentre venivano distribuiti cibo e aiuti umanitari facenti parte di un convoglio dell’esercito israeliano. Hamas sostiene che sia stato l’esercito israeliano ad aprire il fuoco sui civili. Israele ammette solo un «tiro limitato» da parte dei soldati che si sono sentiti «minacciati» dalla folla. Assicura che la maggior parte delle persone è morta calpestata a causa di una situazione caotica. Il caso ha attirato una lunga lista di condanne internazionali. Ma anche il prestigioso quotidiano israeliano Haaretz ha chiesto l’apertura di un’inchiesta indipendente sul massacro. Chiede inoltre «una pausa» per permettere indagini sui fallimenti «che hanno portato al 7 ottobre».

Il quotidiano Haaretz

Il quotidiano Haaretz scriveva:

«Anche prima che i dettagli dell’accaduto siano pienamente chiariti, queste morti inutili evidenziano l’anarchia che l’occupazione parziale di Gaza da parte di Israele ha creato, in assenza di un’autorità civile che si occupi dei bisogni dei residenti e che permetta loro di tornare nelle loro città e villaggi distrutti. Il rifiuto del Primo Ministro Benjamin Netanyahu di delineare un piano pratico per la gestione di Gaza, a parte le vuote dichiarazioni di trovare e coltivare “attori locali con esperienza di gestione”, insieme alle difficoltà di far arrivare gli aiuti alla popolazione assediata, sono di cattivo auspicio e porteranno solo a ulteriori tragedie».

«Di conseguenza, è giunto il momento di interrompere le operazioni offensive a Gaza, che in ogni caso vengono ora condotte più lentamente e con un’intensità molto minore. Israele deve invece cercare di finalizzare il più rapidamente possibile la proposta di accordo con Hamas che entrambe le parti hanno ricevuto dai mediatori di Qatar, Egitto e Stati Uniti: un lungo cessate il fuoco e il rilascio dei palestinesi imprigionati in Israele in cambio della restituzione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas».

In cima alle priorità di Israele dovrebbe trovarsi quella della liberazione dei 136 ostaggi. Inoltre, prosegue il quotidiano, «l’ambizioso obiettivo di “distruggere Hamas” non è stato raggiunto nei 146 giorni di combattimenti fino ad oggi».

I giorni sono adesso divenuti 150, e la situazione è sempre quella.

5 mesi di guerra: la situazione

Israele, tramite l’IDF, ha risposto al massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre con una forza senza precedenti uccidendo 30.800 palestinesi, tra cui 12.500 bambini e ragazzi. Questi sono i dati del Ministero della Sanità di Gaza gestito da Hamas. Ha distrutto ampie zone delle città e dei villaggi della Striscia. Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, è ancora vivo e controlla le proprie forze rimanenti, anche se l’organizzazione ha subito un duro colpo. Haaretz conclude: «è fondamentale riportare a casa gli ostaggi… e permettere il rientro degli sfollati sia a nord che a sud (della Striscia, ndr). È ora di fermarsi».

Gli Stati Uniti si stanno preparando ad inviare una missione militare d’emergenza diretta sulla costa di Gaza. Lo scopo è quello di allestire un molo temporaneo in grado di accogliere navi cargo di grandi dimensioni che trasportino cibo, acqua, medicine e rifugi temporanei.

Violazione dei diritti umani

Il ministero degli Esteri del Qatar ha condannato fermamente i piani di Israele di costruire 3.500 nuove unità abitative in Cisgiordania. Denuncia gli sforzi di Israele per «giudaizzare ampie parti della Cisgiordania», il che costituisce una «flagrante violazione del diritto internazionale».

Anche gli ordini di evacuazione israeliani imposti ai civili a Gaza sono illegali. Un ordine di evacuazione a Rafah «costituirebbe una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani». Sono parole di Paula Gaviria Betancur, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani degli sfollati interni, intervistata da Al Jazeera.