Sono già 280 i giorni di questa guerra priva di senso.
Secondo l’Intelligence britannica, le truppe russe cercano di avanzare verso le città di Pavlivka e Vuhledar nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale, ma è improbabile che riescano a concentrare sufficienti forze di qualità per sfondare le difese ucraine.
Continua il triste elenco delle vittime civili
Le truppe russe hanno preso di mira le regioni di Donetsk, Dnipropetrovsk, Kharkiv e Kherson uccidendo, nella regione di Donetsk, tredici civili; due nella regione di Kherson.
L’esercito russo ha bombardato l’ospedale di Belopolye, nella regione nord-orientale di Sumy, e un adolescente è rimasto ucciso. Nelle ultime 24 ore le truppe russe hanno lanciato nelle zone di confine della regione di Sumy 158 attacchi di artiglieria e 28 di mortaio: linee elettriche, case private, magazzini di grano, edifici sono stati danneggiati.
Madri russe lanciano petizione contro la guerra
Un gruppo di madri di soldati russi ha chiesto il ritiro delle truppe di Mosca dall’Ucraina, lanciando una petizione online, indirizzata ai parlamentari delle commissioni competenti della Duma di Stato e del Consiglio della Federazione. La campagna, organizzata dal gruppo di resistenza femminista russa contro la guerra, è stata lanciata in occasione della festa della mamma in Russia.
«Da nove mesi va avanti la cosiddetta “operazione militare speciale”, che porta distruzione, dolore, sangue e lacrime. Tutto ciò che accade in Ucraina e in Russia preoccupa i nostri cuori. Indipendentemente da quale nazionalità, religione o stato sociale siamo, noi – le madri della Russia – unite da un desiderio: vivere in pace e armonia, crescere i nostri figli in un ambiente pacifico e non aver paura per il loro futuro.
In molte regioni le famiglie dei mobilitati hanno dovuto provvedere autonomamente alla raccolta dell’equipaggiamento per i propri uomini da mandare a morire, comprando tutto a proprie spese, anche i giubbotti antiproiettile. Chi provvederà alle famiglie che hanno perso i loro capifamiglia? Conosciamo la risposta – tutte queste difficoltà saranno un peso aggiuntivo sulle spalle già sovraccariche delle madri!».
Le madri dei coscritti e dei soldati mobilitati si dicono «costrette a bussare in modo umiliante alle amministrazioni cittadine», cercando di riportare a casa i loro uomini. Organizzano picchetti, scrivono appelli collettivi, depositano petizioni, ma «nessuno li ascolta. Siamo contrari alla partecipazione dei nostri figli, fratelli, mariti, padri in questo. Il vostro dovere è proteggere i diritti e le libertà delle madri e dei bambini, non dovreste chiudere gli occhi davanti a tutto questo».