Tempo di guerra. 260 giorni

Laura di Sviatohirsk (regione del Donetsk) dopo il combattimento. Di Dsns.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=124773629

Ultimamente (siamo a 260 giorni di guerra, ci stiamo avvicinando ai 9 mesi) sembra ci sia stata una svolta importante, rappresentata dal ritiro delle forze di occupazione russe da Kherson. La situazione delle truppe occupanti sembrerebbe sempre più precaria, il morale sempre più basso, e il dissenso in Russia pare crescere…

Una svolta nella guerra: ritiro russo da Kherson

Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha ordinato alle truppe di ritirarsi dalla città di Kherson e di spostarsi sulla sponda sinistra del Dnepr. Il consigliere del presidente ucraino Mykhaylo Podolyak ha invece dichiarato che Kiev non vede alcun segno che le forze russe si stiano ritirando dalla città senza combattere, suggerendo che l’annuncio potrebbe essere una manovra, una dichiarazione televisiva inscenata. Il capo degli Stati maggiori riuniti Usa, il generale Mark Milley, ha affermato che i russi, malgrado i dubbi degli ucraini, si stanno ritirando davvero da Kherson. «Hanno fatto un annuncio pubblico e lo stanno effettivamente facendo. Credo che lo stiano facendo per ristabilire le linee difensive a sud del fiume, ma resta da vedere».

Secondo l’intelligence del ministero della Difesa britannico, per coprire la ritirata sono stati fatti saltare in aria 5 ponti e probabilmente sono state piazzate mine per rallentare l’avanzata delle forze ucraine: la perdita della sponda occidentale di Kherson impedirà probabilmente alla Russia di realizzare la sua aspirazione strategica di un ponte terrestre che raggiunga Odessa. Però, con punti di passaggio limitati, le forze russe saranno vulnerabili nell’attraversare il fiume Dnipro. È probabile che il ritiro avvenga nell’arco di diversi giorni, con posizioni difensive e fuoco di artiglieria che coprono le forze in ritirata. 

Il capo dell’amministrazione militare regionale di Mykolaiv Vitaly Kim denuncia il fatto che a Kherson «I russi indossano abiti civili e occupano edifici privati temporaneamente abbandonati per sparare alle forze armate travestiti da gente del posto, al fine di creare l’immagine che la città di Kherson stia “resistendo”. Non è affatto così. Il film “Kherson – The Hero City” è in preparazione per il pubblico russo. Ma sappiamo esattamente cosa sta succedendo e ne teniamo conto». A Kherson sono rimasti circa 70.000 civili; prima dell’evacuazione erano 320.000.  

Esercito russo: equipaggiamento scadente e morale basso

L’intelligence britannica ha smontato la significatività dell’annuncio di  Yevgeny Prigozhin, proprietario della compagna militare privata Wagner, che il 23 ottobre aveva rivendicato un’avanzata di 100-200 metri al giorno per le sue forze impegnate in Ucraina. L’intelligence britannica ribatte che la dottrina militare russa prevede un normale avanzamento giornaliero di 30 km e che, quando è scattata l’invasione a febbraio, le forze russe prevedevano di avanzare di mille km in un mese. Gli ucraini, invece, a settembre sono avanzati 20 km al giorno.

Perdite di veicoli corazzati e di aerei

Inoltre, l’esercito russo sta perdendo circa 40 veicoli corazzati al giorno in Ucraina, più o meno equivalente all’equipaggiamento di un battaglione, mentre le unità corazzate e l’artiglieria sono al centro del sistema di guerra della Russia. Le truppe russe sarebbero deluse di dover prestare servizio in vecchi veicoli da combattimento, che descrivono come «lattine di alluminio». Le forze di Mosca in Ucraina sono in difficoltà nel reperire munizioni di artiglieria e sufficienti veicoli corazzati sostitutivi riparabili. 

Secondo l’Intelligence britannica, la mancanza di superiorità aerea da parte della Russia in Ucraina non cambierà nei prossimi mesi. Il continuo deficit di superiorità aerea di Mosca è «probabilmente aggravato da un addestramento insufficiente, della perdita di personale militare esperto e da un aumento dei rischi di condurre operazioni di supporto aereo in aree ad alta concentrazione di difese aeree». Le perdite di aerei della Russia probabilmente superano in modo significativo la capacità di produrne dei nuovi. Inoltre, il tempo necessario per l’addestramento dei piloti riduce ulteriormente la capacità di Mosca di rigenerare la propria capacità di combattimento aereo.  

Morale basso

Quanto alle truppe russe in Ucraina, sono di scarsa qualità, hanno il morale basso e sono indisciplinate. «A causa del morale basso e della riluttanza a combattere, le forze russe hanno probabilmente iniziato a schierare “truppe di barriera” o “unità di blocco”», per sparare ai propri soldati in ritirata. «Di recente, i generali russi probabilmente volevano che i loro comandanti usassero armi contro i disertori, inclusa la possibile autorizzazione a sparare per ucciderli. La tattica di sparare ai disertori probabilmente attesta la bassa qualità, il morale basso e l’indisciplina delle forze russe». 

La denuncia dei marines russi

La testata indipendente russa Meduza riferisce che i militari della 155a brigata marina della flotta del Pacifico russa hanno inviato una lettera al governatore di Primorye, Oleg Kozhemyak, lamentandosi di aver subito pesanti perdite (circa 300 persone uccise, ferite e disperse) durante l’inspiegabile attacco al villaggio di Pavlivka nella regione di Donetsk.

«Ancora una volta siamo stati gettati in una battaglia incomprensibile dal generale Muradov e da suo cognato Akhmedov… Abbiamo perso il 50 per cento del nostro equipaggiamento. Questa è solo la nostra brigata. Il comando distrettuale insieme ad Akhmedov stanno nascondendo questi fatti e distorcendo le statistiche ufficiali delle vittime per paura di essere ritenuti responsabili».

Nella lettera, gli uomini della 155a brigata della flotta russa chiedono al governatore Oleg Kozhemyako «per quanto tempo a mediocrità come Muradov e Akhmedov sarà permesso di continuare a pianificare le azioni militari solo per mantenere le apparenze e ottenere premi a costo della vita di così tante persone?». Secondo i militari, il generale Muradov e il suo connazionale Akhmedov hanno pianificato l’offensiva in modo che il primo guadagnasse crediti davanti al capo di stato maggiore Valery Gerasimov, e il secondo ricevesse il titolo di Eroe della Russia. «Non si preoccupano di nulla, solo per mostrarsi. Chiamano le persone carne». I marines chiedono a Kozhemiak di riferire l’episodio al comandante in capo per inviare una commissione indipendente non collegata al ministero della Difesa. 

Allestimento di difese

Di MoD UK Defence Intelligence – https://twitter.com/DefenceHQ/status/1588474774405128192/photo/1, OGL 3, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=125070027

Sempre secondo l’Intelligence britannica, «La Russia sta compiendo uno sforzo significativo per preparare in profondità le difese dietro l’attuale linea del fronte, probabilmente per prevenire qualsiasi rapida avanzata ucraina in caso di sfondamento». Le truppe di Mosca hanno «iniziato a costruire strutture difensive intorno alla città occupata di Mariupol, nel sud dell’Ucraina», inviando anche i cosiddetti «denti di drago» a Zaporizhzhia e Kherson, probabilmente per impedire la rapida avanzata delle forze ucraine. 

Pesanti perdite russe

Secondo lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, sono circa 76.460 i soldati russi uccisi dalle forze ucraine dall’inizio dell’invasione. Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l’esercito indica che si registrano anche 277 caccia, 260 elicotteri e 1.472 droni abbattuti. Inoltre le forze di Kiev affermano di aver distrutto 2.771 carri armati russi, 1.782 sistemi di artiglieria, 16 navi e 399 missili da crociera.

Secondo l’American Institute for the Study of War (Isw), le forze russe hanno esaurito in modo significativo il loro arsenale di sistemi d’arma di precisione e hanno subito perdite significative nell’aviazione, quindi sarà probabilmente difficile per loro mantenere l’attuale ritmo di attacchi alle infrastrutture critiche ucraine. I ricercatori hanno menzionato la dichiarazione del comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny, che ha affermato che la Russia ha già perso più aerei in Ucraina di quanti ne avesse persi l’Urss in Afghanistan in 10 anni. Il rappresentante della Gur dell’Ucraina, Vadym Skibitskyi, ha affermato che l’esercito russo ha utilizzato più dell’ottanta per cento dei suoi missili moderni in una campagna coordinata di attacchi contro le infrastrutture ucraine e che ai militari di Mosca resterebbero soltanto 120 missili Iskander.

Morto sul campo di battaglia prete russo

La Chiesa ortodossa russa ha annunciato che l’arciprete Mikhail Vasilyev, di 51 anni, che aveva incoraggiato le donne ad avere più figli così da soffrire meno per la loro partenza per il fronte, è rimasto ucciso sul campo di battaglia in Ucraina «mentre svolgeva i suoi doveri pastorali nell’area dell’operazione militare speciale in Ucraina». Vasilyev aveva già svolto le funzioni di cappellano militare su altri fronti, tra cui la Siria e la Cecenia. Il presidente russo, Vladimir Putin, lo ha decorato con la medaglia postuma di Eroe della Federazione Russa per il suo «coraggio ed eroismo nell’adempimento del suo dovere civico».

Dissenso pubblico

Gli insuccessi militari di Mosca in Ucraina stanno provocando l’indignazione delle famiglie degli uomini impegnati al fronte: lo scrive l’Istituto americano per lo studio della guerra (Isw) che ha registrato numerosi casi di mogli e madri che hanno lanciato appelli a funzionari locali e blogger militari per difendere i loro cari in servizio e denunciare lo stato disastroso della guerra. È probabile che l’incapacità del ministero della Difesa di risolvere adeguatamente questi problemi acuisca le tensioni sociali nel Paese. Gli esperti dell’istituto sottolineano inoltre il potere che hanno attualmente il proprietario della compagnia militare privata russa Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, e il leader ceceno Ramzan Kadyrov: entrambi figure preminenti in Russia a causa della dipendenza di Putin dalle loro forze in Ucraina.  

In Russia è inoltre in calo il numero delle persone favorevoli al proseguimento dell’operazione militare speciale, come viene segnalato da  un sondaggio indipendente di cui dà notizia Meduza. Si è scesi da una percentuale di favorevoli alla guerra del 25 per cento al 16 per cento. Coloro che si dicono favorevoli alla pace sono passati dal 23 al 27 per cento. La maggioranza dei russi dichiara invece di avere fiducia nel governo, sia in caso di una nuova offensiva che di cessazione delle ostilità.

Vittime civili e profughi

Dall’inizio della guerra, in Ucraina sono morti 7.938 civili, di cui 430 bambini, secondo i dati comunicati dal Difensore civico ucraino, Dmytro Lubinets. 10.897 persone sono rimaste ferite. 827 banbini sono rimasti feriti, 260 sono dispersi, 10.570 bambini sono stati deportati nella Federazione Russa e nei territori temporaneamente occupati. 14 milioni di persone sono rimaste senza casa, 6,2 milioni di cittadini sono diventati sfollati interni, 11,7 milioni di persone sono rifugiati al di fuori dell’Ucraina. L’esercito russo ha distrutto 2.688 istituzioni educative, 311 delle quali non possono essere ripristinate, e 786 asili nido. 

La guerra del grano

Dai primi di novembre è ripreso, con l’accordo della Russia, il viaggio delle navi cariche di grano ucraino dai porti del Mar Nero. La Russia ha annunciato il suo ritorno nell’accordo dopo una sospensione di quattro giorni.

La guerra delle statue

La guerra in Ucraina è divenuta anche guerra delle statue. Odessa ha infatti votato per smantellare la statua di Caterina II, punto di riferimento, prima della guerra, per la popolazione russofona della città ucraina. A Melitopol, invece, annessa dai russi dopo il referendum farsa dello scorso ottobre, è stata rimessa sul suo piedistallo la statua di Vladimir Lenin che era stata buttata giù durante la rivoluzione euromaidan.

Saccheggi

Ambulanze, trattori e auto, dipinti e sculture. I soldati russi stanno trasportando tutto attraverso il fiume Dnepr, sulla riva sinistra della regione di Kherson, dopo averlo asportato dalla zona da cui si stanno ritirando Il Museo d’arte di Kherson ha denunciato che dal 31 ottobre al 3 novembre le autorità occupanti hanno portato via le opere d’arte non erano imballate in un modo speciale per il trasporto, ma avvolte in stracci. Intanto, il dipartimento di polizia di Kherson ha aperto un’inchiesta sul saccheggio.