«Vi chiedo in nome di Dio…»
235 giorni di guerra: «Vi chiedo in nome di Dio»…
Uscirà martedì, per i tipi di Piemme, il libro di papa Francesco «Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza». Il quotidiano «La Stampa» ne anticipa alcuni passaggi.
«Chiedo in nome di Dio che si metta fine alla follia crudele della guerra».
«In un contesto contrassegnato dall’urgenza, e in un orizzonte di condanna della follia bellica e di esortazione a ridefinire la cornice internazionale delle relazioni tra stati, non possiamo ignorare la spada di Damocle che pesa sull’umanità sotto la forma degli armamenti di distruzione di massa, come quelli nucleari».
«La spesa mondiale in armamenti è uno degli scandali morali più gravi dell’epoca presente. Manifesta inoltre quanta contraddizione vi sia tra parlare di pace e, allo stesso tempo, promuovere o consentire il commercio di armi».
Secondo papa Francesco, la persistenza della guerra è il vero fallimento della politica. Cita anche Virgilio che più di duemila anni fa «ha plasmato questo verso: “Non dà salvezza la guerra!”. Si fa fatica a credere che da allora il mondo non abbia tratto insegnamenti dalla barbarie che abita i conflitti tra fratelli, compatrioti e paesi. La guerra è il segno più chiaro della disumanità».
Vittime civili
si registrano attacchi russi in quantità, diversi con vittime: 11 persone sono state uccise nella regione di Donetsk e 13 persone sono rimaste ferite, nella regione di Zaporizhzhia ci sono stati 2 morti e 13 feriti. Nell’oblast di Kharkiv due persone sono morte per le mine e 4 ferite, in quello di Mykolaiv due persone sono rimaste uccise e sei ferite. A Mykolaiv un bambino di 11 anni è stato tratto in salvo dopo sei ore sotto le macerie.
Le autorità ucraine hanno localizzato 15 corpi sotto le quasi 200 tonnellate di macerie di un edificio residenziale di nove piani a Zaporizhzhia, colpito da un missile domenica scorsa. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso.
Morale basso
Secondo lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina, le forze russe hanno iniziato a ricevere dai vertici militari l’ordine di sospendere le operazioni offensive su diversi fronti, in particolare nella regione di Donetsk. La decisione sarebbe dovuta al basso morale dei rinforzi recentemente arrivati, ai numerosi atti di diserzione da parte delle nuove reclute e al loro rifiuto di eseguire gli ordini. I russi danneggiano i loro carri armati, in particolare veicoli corazzati da combattimento, per smettere di combattere: lo afferma la Guardia nazionale ucraina, secondo quanto riporta la stazione televisiva internet ucraina «Espreso tv».
«I russi guidano portando i loro tank sulle mine per farli esplodere e non combattere più. Nel video le immagini mostrano che c’erano tre file di mine. Anche a Irpin e Bucha i soldati russi hanno scaricato il carburante, lasciato l’equipaggiamento per non combattere», ha detto Yaroslav Lysenko, della Guardia nazionale ucraina. «Penso che anche loro dovrebbe avere la possibilità di arrendersi. Il nostro programma sta funzionando, ho sentito che più di 150 uomini si sono già arresi a Donetsk. Con il passaparola, le informazioni si diffonderanno rapidamente e cominceranno ad arrendersi in massa».
Armatevi e partite
Secondo l’intelligence britannica, è verosimile che molti riservisti russi chiamati a combattere in Ucraina siano costretti a comprarsi da soli l’equipaggiamento protettivo, e in particolare il giubbotto antiproiettile. «Contingenti di riservisti russi appena mobilitati sono stati dispiegati in Ucraina nelle ultime due settimane. Il loro livello medio di equipaggiamento personale è quasi certamente inferiore alla già scarsa dotazione delle truppe precedentemente schierate. È probabile che molti riservisti debbano acquistare il proprio equipaggiamento protettivo, protezione, in particolare il moderno giubbotto 6B45».
Il fronte
Secondo l’Intelligence britannica, «Dopo essersi ritirati di circa 20 chilometri nel Nord del settore di Kherson all’inizio di ottobre, le forze russe stanno probabilmente cercando di consolidare una nuova linea del fronte a Ovest del villaggio di Mylove. Pesanti combattimenti continuano su questa linea, specialmente al capo occidentale dove le avanzate ucraine significano che il fianco russo non è più protetto dal fiume Ingulets, le truppe russe su questa linea del fronte rimangono per lo più unità aviotrasportate sottodimensionate».
Difesa dei cieli
I ministri della Difesa di 14 Paesi della Nato, assieme alla Finlandia, si sono riuniti a Bruxelles per firmare una lettera di intenti per lo sviluppo della «European Sky Shield Initiative». L’iniziativa punta a creare un sistema europeo di difesa aerea e missilistica dei cieli europei. I 14 Paesi Nato firmatari sono Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Slovacchia, Slovenia, Romania, Regno Unito.
Diritto di accesso della Croce rossa
Il segretario generale dell’Onu ribadisce il suo appello alla Federazione Russa affinché il Comitato Internazionale della Croce Rossa abbia pieno accesso a tutti i prigionieri di guerra, in conformità con il diritto umanitario internazionale, compresa la Terza Convenzione di Ginevra.
Accordo sul grano
Il coordinatore delle Nazioni Unite per l’Iniziativa sul grano del Mar Nero, il sudanese Amir Mahmoud Abdulla, annuncia che l’accordo sulle esportazioni di grano dall’Ucraina, in scadenza il mese prossimo, sarà prorogato e potenzialmente ampliato. Mosca e Kiev hanno avanzato richieste per l’estensione dell’accordo. La Russia chiede di essere autorizzata a riprendere le esportazioni di ammoniaca, e l’Ucraina vuole estendere l’accordo per più di un anno e includere nell’intesa il porto della città di Mykolaiv.
Non si accettano no
Il direttore della Filarmonica di Kherson Yuriy Kerpatenko è stato ucciso dall’esercito russo nella sua abitazione per essersi rifiutato di esibirsi in un concerto organizzato dalle forze di occupazione.
Rapporti internazionali
In tutto il suo discorso di apertura del XX Congresso nazionale del Pcc, durato circa 100 minuti, il presidente Xi Jinping non ha mai menzionato, nemmeno indirettamente, la guerra in Ucraina e la sua amicizia “senza limiti” con il presidente Vladimir Putin. Nessuna menzione della turbolenta scena internazionale.
Il ministro israeliano per gli Affari della Diaspora, Nachman Shai, si è espresso a favore dell’invio di aiuti militari all’Ucraina. «Questa mattina si è saputo che l’Iran sta trasferendo missili balistici alla Russia. Non c’è più alcun dubbio su quale posizione dovrebbe prendere Israele in questo sanguinoso conflitto, è tempo che l’Ucraina riceva aiuti militari, come previsto dagli Stati Uniti e dai Paesi della Nato».