230 giorni di guerra. Bilanci sempre più gravi…
Bombardamenti
230 giorni di guerra. Prendiamo atto che la Russia sta attaccando non solo le città dei territori contesi (come Zaporizhzhia: ultimamente, 20 civili uccisi tra cui un bambino, e 60 feriti, tra cui sei bambini), oppure un convoglio civile nei pressi di Daryivka, nella regione di Kherson (5 morti e 5 feriti); ma anche diverse città su tutto il territorio ucraino, a partire dalla capitale Kiev. Almeno 115 persone sono rimaste uccise durante gli attacchi russi con missili e droni; il numero dei feriti è salito a 105. Un video QUI. Tutte le stazioni sotterranee della metropolitana di Kiev sono state adibite a rifugi.
Secondo l’intelligence militare britannica, gli attacchi missilistici russi di queste ore su varie città ucraine avvengono mentre le forze di Mosca restano sotto pressione a sud e a nord-est, benché si stia adesso verificando una nuova avanzata russa di almeno 2 chilometri verso la strategica città di Bakhmut. In questa operazione potrebbero essere coinvolti anche ex detenuti reclutati dalle prigioni.
Esplosione sul ponte di Kerch
L’8 ottobre un camion bomba ha preso fuoco sul ponte di Kerch, l’ambiziosa opera che collega la Crimea alla Russia (IL VIDEO).
Il ponte, inaugurato nel 2018 da Putin, è lungo 19 chilometri ed è il più esteso d’Europa. L’esplosione, avvenuta il giorno successivo al compleanno del presidente, assume un forte valore simbolico. I lavori di ricostruzione del ponte di Crimea sono immediatamente iniziati e la circolazione ferroviaria è stata ripristinata. L’incendio, che è stato domato, è stato opera dei servizi segreti di Kiev secondo la versione russa, mentre secondo la presidenza ucraina suggerirebbe una pista russa dovuta ad un conflitto tra le forze di sicurezza russe, l’FSB (servizi segreti russi) da un lato e il Ministero della Difesa e lo Stato maggiore della Federazione Russa dall’altro.
Secondo l’intelligence britannica, l’entità dei danni alla linea ferroviaria sul ponte di Kerch «è incerta, ma qualsiasi grave interruzione alla sua capacità avrà molto probabilmente un impatto significativo sulla capacità della Russia, già provata, di sostenere le sue forze nell’Ucraina meridionale». La linea ferroviaria ha svolto infatti «un ruolo chiave nel trasferimento di veicoli militari verso il fronte sud durante l’invasione».
Risposta alla provocazione?
I raid aerei di questi ultimi giorni sembrerebbero la risposta russa alla provocazione ucraina dell’esplosione del ponte di Kerch. Tuttavia, secondo l’intelligence militare di Kiev la Russia già dai primi di ottobre pianificava i raid che ha condotto contro diverse città ucraine: le truppe russe «avevano ricevuto istruzioni dal Cremlino per preparare massicci raid missilistici contro infrastrutture civili in Ucraina il 2 e 3 ottobre scorsi». Quindi, prima dell’attacco al ponte di Kerch in Crimea. «Le unità militari dell’aviazione strategica e a lungo raggio hanno ricevuto l’ordine di prepararsi per attacchi missilistici massicci. Sono stati identificati come obiettivi gli oggetti delle infrastrutture civili critiche e le aree centrali delle città ucraine densamente popolate».
Reazioni internazionali
230 giorni di guerra. La Cina chiede una de-escalation dopo le decine di esplosioni che hanno scosso le città ucraine, come apparente ritorsione di Mosca alle esplosioni sul ponte che collega la Crimea alla Russia. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha commentato_ «Speriamo che la situazione possa allentarsi il prima possibile». Pechino «sostiene sempre il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi e delle legittime preoccupazioni in materia di sicurezza che devono essere prese sul serio». Ha auspicato che «tutte le parti risolvano le loro divergenze con il dialogo».
Farnesina: «L’Italia è inorridita dai vili attacchi missilistici che hanno colpito stamane il centro di Kiev e altre città ucraine. Ribadiamo il fermo e convinto sostegno all’Ucraina, al suo popolo e alla sua resilienza, ed esprimiamo al contempo piena condanna e massima indignazione per un gesto che aggrava le responsabilità russe nel contesto della sua ingiustificabile aggressione».
A poche ore dall’incontro fra il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, e quello russo, Vladimir Putin, la Turchia ha chiesto alla Russia e all’Ucraina di concordare un cessate il fuoco che – afferma il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu – deve essere deciso il prima possibile. La tregua sarebbe la base da cui partire per i negoziati. Erdogan ha svolto un ruolo cruciale nel raggiungimento dell’accordo sul grano e per lo scambio di prigionieri tra Russia ed Ucraina, e nutre la speranza di portare al tavolo dei negoziati Putin e Zelensky.
Mobilitazione
Due cittadini russi sono fuggiti dalla Russia con una piccola imbarcazione e sono sbarcati su una remota isola dell’Alaska allo scopo di sfuggire alla mobilitazione e chiedere asilo negli Stati Uniti. Lo sbarco è avvenuto su una spiaggia nei pressi di Gambell, una cittadina sull’isola di St. Lawrence a 80 chilometri dalla terraferma russa. Le loro richieste sono in esame.