Non splendeva il sole su Roma per la parata del 2 Giugno: un 2 Giugno sotto la pioggia che non ha intralciato lo svolgimento della manifestazione né l’entusiasmo degli spettatori. Soltanto che, dopo due ore di trasmissione, uscendo di casa, avevo l’idea di dover prendere l’ombrello… ma no, qui, naturalmente, non pioveva.
A Roma sì: ma le autorità erano sotto il palco, e i militari e civili impegnati nella parata sono avvezzi a ben altri disagi, mentre operano come forze di pace e di soccorso, fortunatamente non di guerra anche se la guerra esiste ed è un fatto dolorosissimo non lontano dai confini e dai pensieri dell’Italia.
Sarà un puro caso, ma il fatto che a cantare l’Inno nazionale sia stato chiamato Claudio Baglioni, la voce cantante di S. Francesco nel celebre film di Zeffirelli, mi è parso come un tenue presagio di pace.
Un 2 Giugno sotto la pioggia: la parata
Aprono la parata di questo 2 Giugno sotto la pioggia 300 sindaci in rappresentanza degli 8.000 comuni italiani. Al momento cade solo qualche goccia, ma presto la pioggia verrà giù con tutti i sentimenti.
Segue la Banda dei Carabinieri, creata nel 1820 con otto trombettisti, trasferita con 29 elementi da Torino a Roma nel 1885; rifondata nel 1925 con 70 elementi, ebbe per padrino di eccezione Pietro Mascagni.
Dietro la banda sfilano bandiere, stendardi, golfaloni delle forze di guerra, nel loro passato recente mutate prevalentemente in forze di pace, ma anche delle associazioni e delle comunità italiane: regioni, province, comuni. Infine, le bandiere di Onu, Nato, Comunità Europea, ad esprimere il posizionamento dell’Italia nello scenario internazionale.
Marciano i Granatieri di Sardegna, il più antico corpo militare d’Europa fondato nel 1659. Dovevano essere imponenti, perché dovevano essere capaci di lanciare una granata, un pesante ordigno esplosivo, allo scoperto, precedendo le colonne d’attacco. Era quindi richiesta una statura minima di 190 cm. (ridotta adesso a 180, 185 per gli ufficiali): statura aumentata dall’alto colbacco di simil-orso.
Gruppi sportivi
Ma i marciatori più fieri sono i gruppi paralimpici, costituiti da militari rimasti menomati nel fisico durante il servizio, ma indomiti nello spirito: il loro motto sembra essere “Mai darsi per vinti”. Sfilano orgogliosamente in carrozzella o marciando. Un loro rappresentante, al termine della manifestazione, raggiungerà il presidente Mattarella per consegnargli un dono: ha perduto entrambe le gambe sostituite da protesi, ma questo non lo ferma!
Seguono i gruppi sportivi militari, benemeriti del panorama sportivo italiano: alle Olimpiadi di Pechino, su 17 medaglie vinte dagli atleti italiani ben 15 sono state conquistate da loro.
A questi giovani atleti fanno seguito i veterani dai capelli bianchi, membri delle Associazioni d’Arma: il passato che segue dappresso il presente, in una ideale linea di continuità. Infine, i rappresentanti del personale civile della Difesa, costituito da 18.000 unità che formano l’indispensabile apparato amministrativo della struttura militare.
Forze Armate e Corpi ausiliari
Passano le Forze Speciali con i loro mezzi pesanti, l’Esercito con la Folgore e i Pontieri del Genio, i Lagunari della Serenissima (fanteria d’assalto anfibia), gli alpini della Taurinense col loro passo lento e inesorabile misurato sul passo del mulo; la Marina militare con l’Accademia Navale di Livorno, l’Aeronautica, i Carabinieri che dal 2000 sono divenuti la IV Forma armata del Paese; la Finanza.
Finalmente è la volta della Croce Rossa italiana (1866), delle infermiere volontarie della Croce Rossa, e dell’Ordine di Malta. Segue la Polizia di Stato e Penitenziaria, i Vigili del fuoco (come corpo nazionale nato solo nel 1939), i giovani del Servizio civile; la Polizia metropolitana di Roma; la Protezione civile; il Soccorso alpino e speleologico, che in 60 anni ha compiuto 220.000 interventi di salvataggio. Sfilano i rappresentanti dell’Unità di emergenza della Farnesina. Sfilano i mezzi militari di Polizia, Vigili del Fuoco e Croce Rossa, compresi veicoli attrezzati per il trasporto veloce di organi per il trapianto.
Buoni ultimi i bersaglieri: devono aspettare che gli altri sgombrino la strada perché la loro marcia è di 180 passi al minuto! Un breve video qui:
Briciola
Ho detto che venivano per ultimi i bersaglieri? Mi correggo: penultimi; perché chiude la sfilata la Banda dei Carabinieri a cavallo con lei, l’attesa mascotte, Briciola, che corre fieramente sul selciato bagnato a fianco dei cavalli…
La presenza della minuscola meticcia addobbata con la caratteristica gualdrappa tranquillizza i cavalli tanto più grandi di lei.
Fu Briciola ad accogliere al Quirinale il presidente Mattarella nel suo primo insediamento, ed è stata nuovamente Briciola ad accoglierlo nel suo secondo mandato. È stata anche insignita del grado di brigadiere. Un video QUI.
E, per finire, dal cielo…
Contrariamente alle previsioni, che in virtù delle condizioni meteorologiche davano per cancellata la prova dei paracadutisti, tre di loro si sono invece lanciati da 1.200 metri tracciando nel cielo una scia tricolore, atterrando con somma precisione nel luogo prestabilito e recando una gigantesca bandiera. Il presidente Mattarella, colpito dall’esibizione, li ha voluti chiamare alla propria tribuna per salutarli personalmente. E, come sempre, la manifestazione si è conclusa con le Frecce tricolori, la pattuglia acrobatica più numerosa del mondo.
Che dire? Tutto questo spiegamento di forze sia solo un auspicio di pace…