
Siamo nel 1348: grazie al conte Tarlato di Pietramala, con la consorte Giovanna di Santa Fiora, nasce la chiesa grande della Verna (Iscrizione a destra della porta principale).
Il conte stabilisce un lascito testamentario di 1000 ducati d’oro fiorentini perché la chiesa si porti a compimento. Gli eredi non porteranno a termine l’opera, che resterà incompiuta per più di 100 anni (Mariano p. 53 s.; Pulinari p. 164 n. 2).
La notizia è importante, perché segna una svolta nella storia del santuario: quella di un accrescimento edilizio che proseguirà per i secoli successivi. I lavori per la costruzione di quella che oggi chiamiamo la Basilica andranno però molto a rilento. Richiederanno più di 150 anni per essere portati a termine!
Tarlato Tarlati: chi era costui?

Tarlato, detto Tarlatino, Tarlati nacque verso il 1280, ad Arezzo o in uno dei castelli della famiglia, da Angelo di Tarlato, quarto maschio di sei figli. Tra i suoi fratelli, la storia ricorda Pier Saccone e Guido.
Mentre Guido veniva avviato alla carriera ecclesiastica e Pier Saccone a quella politico-militare, Tarlato sembra avere avuto una vocazione fondamentalmente militare, anche se non gli mancarono gli incarichi politici. Fu interessato a costituire una signoria rurale che andasse a ingrandire quella ereditata. Nel 1318-20 acquistò il castello di Montecchio di Bibbiena per la somma di 3300 lire. Nel 1323 comprò dai Guidi un ottavo del viscontado d’Ambra, poi ceduto a un altro ramo dei Guidi e forse da lui riacquistato nel 1331. Era anche entrato in possesso di Chiusdino e Montieri sulle Colline metallifere, che nel 1338 donò a Niccolò dei Cerretani di Siena.
Fu Signore di Arezzo, Chiusi della Verna, Bucine, Pogi, Caposelvi, Galatrona, Torre – Mercatale, Rondine, Montecchio, Chiusdino e Montieri.
Cenni biografici
Nel 1312 viene armato cavaliere a Roma, con il fratello Pier Saccone, dall’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo di dantesca memoria.
Nel 1316 si sposa con Giovanna figlia del conte Fuccio da Santa Fiora. Sarà insieme alla sposa che oltre trent’anni dopo, nel 1348, darà un primo finanziamento per la costruzione della chiesa grande della Verna.
Nel 1323 conquista Città di Castello ma solo per perderla poco dopo. Con l’aiuto del fratello Guido si guadagna, nel 1324, la podesteria di Castiglion Fiorentino, e la mantiene forse per lunghi anni (nonostante che la nomina fosse semestrale), dato che nel 1336 risulta ancora podestà del piccolo centro. Sicuramente questo ruolo fu da lui svolto tramite vicari, visto che in questi anni fu impegnato altrove.
1327: la discesa di Ludovico il Bavaro

Nel 1327 la discesa di Ludovico il Bavaro in Italia riaccese le speranze dei ghibellini, di cui i Tarlati erano forti sostenitori. Nel 1328, Tarlato è di nuovo armato cavaliere a Roma con il fratello Pier Saccone Tarlati, questa volta dall’ imperatore Ludovico il Bavaro.
Sulla via del ritorno lo accompagnò da Arezzo a Pisa, ove fu nominato dal Bavaro, alla morte di Castruccio Castracani, «vicarius generalis Pisane civitatis et comitatus pro imperatoria maiestate». Era una carica prestigiosa, che tuttavia perse poco tempo dopo la partenza dell’imperatore, venendo cacciato da una rivolta dei pisani nel giugno del 1329. Da allora la sua azione gravita su Arezzo.
Nel 1337, stretto dalle armate fiorentine e perugine, è costretto con il fratello Pier Saccone a cedere ai fiorentini la signoria di Arezzo – e numerosi castelli del suo dominio – in cambio di 42.800 fiorini. Quando nel 1341 viene sconfitto nella guerra di Lucca, torna ad Arezzo ed è fatto imprigionare con il fratello Pier Saccone dai fiorentini perché sospettato di congiurare contro la repubblica. Gli andò meglio negli anni successivi, quando i rapporti con Firenze si distesero e Tarlato poté rientrare in possesso di alcuni suoi beni. Morirà, anziano, nel 1353.
Tarlato di Pietramala e la Verna
La sua donazione alla Verna, nel 1348, perché si costruisca la chiesa grande, rappresenta un’importante committenza religiosa che lo vede unito alla moglie Giovanna: entrambi sono ricordati come finanziatori della nuova chiesa del convento della Verna.
In questa sua attenzione per il S. Monte si dimostrano le sue esigenze spirituali, ma anche un forte legame che aveva stabilito con il territorio, dato che in questi ultimi anni Tarlato aveva preso dimora nel castello di Chiusi della Verna, precedente possesso dei Cattani di Chiusi.
Fu in quel castello che nel 1348 egli dettò il suo primo testamento, che stabiliva, oltre al lascito di 1.000 ducati d’oro fiorentini per la Verna, anche un lascito per i camaldolesi e una dote di 500 fiorini per la figlia Gora. Nel 1353 Tarlato fece un secondo testamento, nel quale veniva menzionato come erede universale un solo figlio maschio, Cecco, assente e lontano, e, in caso di sua scomparsa, le nipoti Agata e Lucia. Tarlato non figura più menzionato in nessuno degli atti riguardanti la famiglia, come la pace di Sarzana che annoverava i Tarlati tra gli aderenti del vescovo di Milano Giovanni Visconti. Ma della famiglia Tarlati avremo modo di riparlare nel successivo cinquantennio, in relazione alla costruzione della cappella del Cardinale (Galeotto Tarlati, appunto).
Se foste saliti alla Verna…
Se foste saliti alla Verna verso il 1348, forse avreste iniziato a vedere segni di costruzione di una grande chiesa, ma non avreste potuto notare grandi novità rispetto al passato. Gli anni più intensi di attività edilizia restano finora il 1263-1264, quando viene costruito il nucleo fondamentale del complesso delle Stigmate. Bisognerà aspettare il passaggio della Verna al movimento dell’Osservanza, e la protezione della potente Arte della Lana, perché inizi a formarsi quel grande convento che oggi conosciamo.
Fonti di questo frammento di storia alvernina:
F. MARIANO DA FIRENZE, Dialogo del Sacro Monte (1522) a cura di Ciro Cannarozzi, Pacinotti, Pistoia 1930
P. DIONISIO PULINARI, Cronache dei Frati Minori della Provincia di Toscana (1580 circa) a cura di P. S. Mencherini, Cooperativa Tipografica Arezzo 1913
Gian Paolo G. SCHARF, La lenta ascesa di una famiglia signorile: i Tarlati di Pietramala prima del 1321, in Archivio storico italiano, CLXXII (2014), pp. 203-248;
Id., Tarlato Tarlati, in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 95 (2019), Treccani, ad locum