Lettura continua della Bibbia. Primo canto del Servo (Isaia 42,1-17)

1° canto del Servo
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Comunemente, si identificano nel corpo del DeuteroIsaia (Isaia 40-55) quattro canti del Servo del Signore: 42,1-9; 49,1-13; 50,4-11; 52,13-53,12. I critici discutono se questi canti siano dello stesso profeta – scrittore che ha composto l’insieme dei capitoli 40-55, oppure se abbiano una diversa origine, e in tal caso se siano omogenei fra loro oppure abbiano origini diversificate.

Per come sono disposti, comunque, esprimono una sorta di crescendo nel tema della sofferenza del Servo. L’identità originaria del Servo rimane un enigma: anche se ad occhi cristiani è immediato leggervi la vicenda del Cristo Gesù, all’epoca della composizione dei canti, e nei secoli seguenti per l’ebraismo, non ne veniva data una interpretazione messianica, limitandosi a vendere nel Servo la figura di un Giusto sofferente.

1° canto del Servo del Signore

In 1-7 abbiamo il 1° canto del Servo del Signore, di cui non si chiarisce l’identità ma solo che è designato da Dio per portare il diritto alle nazioni. La sua missione consiste nel ridare la luce agli occhi dei ciechi e la liberazione ai prigionieri… quindi la salvezza dalla sofferenza del vivere, sia quella congenita che quella causata dagli uomini. È anche chiaro il suo stile: non si manifesterà con forti grida, ma con tono sommesso e rispettoso della fragilità altrui. Avrà riguardo per la canna incrinata, per la fiammella che sta per spegnersi, siano esse persone o popoli (42,3).

Nel Servo si potrebbe vedere Ciro, o il popolo di Israele, o il profeta stesso, o ancora un personaggio misterioso che i cristiani identificheranno con Cristo. Alcuni, come Sacchi, vedono nel Servo del cap.42 Zorobabele, il discendente di Davide che non fu mai re ma che insieme al sommo sacerdote Giosuè ricondusse in patria una colonna di esiliati. Su di lui convergeranno molte speranze di restaurazione, ma vanamente: governatore di Giuda, non cinse mai la corona regale, e nel testo biblico di lui si perdono le tracce.

Non sarà però un’opera umana: il Signore onnipotente, come un prode, avanzerà in testa al suo popolo come al tempo dell’Esodo (v.13), a lui gloria da tutte le nazioni. Davanti a lui, gli idolatri sperimenteranno l’impotenza dei loro falsi dei.